Ci risiamo. Esattamente come avevamo annunciato. Ci risiamo, nonostante qualcuno, seppure per un attimo, ha creduto alla redenzione. Ottenuta la proroga della cassa integrazione fino a fine giugno – scadenza ormai senza appelli, per la raggiunta soglia dei 24 mesi complessivi – Telenorba ha spedito ai sindacati il suo “nuovo” piano di licenziamento collettivo. Per certi versi ha fatto persino peggio della volta precedente. Tra un colpo di scena e un valzer, infatti, cinque dipendenti – con vari accordi e per diverse ragioni – hanno deciso di mandare al diavolo l’azienda.

Il vecchio piano industriale prevedeva 73 esuberi, il nuovo ne prevede 70 a fronte di una forza lavoro di 183 unità. Mettendo nel calderone chi ha scelto di andar via ci sono, di fatto, 2 esuberi in più. La raccomandata è fresca di consegna. Non si sa ancora quando ci sarà l’ennesimo faccia a faccia tra azienda e sindacati. Cgil e Uil non ci stanno e continuano a sostenere che i licenziamenti si potrebbero evitare, ricorrendo alla solidarietà: meno lavoro e quindi meno soldi per tutti, senza sacrificare nessuno.

L’azienda, invece, che dal primo minuto ha annunciato di voler licenziare senza pietà, avrebbe persino fatto a meno di passare per la cassa integrazione. Se non fosse stato per l’insistenza dei sindacati molti starebbero da tempo a girarsi i pollici. A questo punto, nonostante la strenua difesa del lavoro che sarà messa in campo e in attesa di un qualunque sussulto di dignità, ai lavoratori – gli sventurati 70 (14 sono giornalisti) – non resta che aspettare la raccomandata che annuncia i 75 giorni di preavviso. Secondo alcune fonti le lettere di licenziamento sarebbero già pronte da tempo e potrebbero essere inviate a metà maggio e i licenziamenti essere operativi dal primo agosto.

In questo modo Telenorba dovrebbe sobbarcarsi solo un mese (quello di luglio) di stipendio prima di mandare a casa i 70 dipendenti in esubero. Il resto lo ha pagato Pantalone con la cassa integrazione.