Facciamo una piccola precisazione prima di raccontarvi ciò che è successo. Il vigile urbano nella fotografia d’apertura,  in servizio (?) sul lungomare, all’altezza del Fortino, ha il volto coperto perché abbiamo rispetto per i suoi colleghi. Detto questo, nel pomeriggio, intorno alle 17.30, vengo raggiunto alle spalle dall’agente e affrontato a muso duro. Si è accorto che stavo fotografando gli abusivi impegnati a preparare l’armamentario per i tre giorni di festa in onore di San Nicola; tre giorni di anarchia assoluta, a magior ragione sotto campagna elettorale. Sgagliozze, popizze, birre, bibite di ogni tipo, involtini, salsicce e polpi in barba alle più elementari norme igieniche e senza pagare un solo euro di tasse. Tanto sono solo tre giorni.

«Lei chi è? Che sta facendo? Mi dia un documento». «Perché?», rispondo.

«Mi stava fotografando mentre lavoravo». «Non fotografavo lei – ribatto meravigliato – e in ogni caso è un reato?»

«Intanto mi raggiunga alla macchina così verbalizziamo». Lo seguo.

«Che fa, lascia al lavoro gli abusivi e prende a me le generalità?». Lo incalzo. Raggiunta la macchina di servizio, il collega seduto al posto del conducente inizia a prendere le mie generalità dalla carta d’identità.

«Non mi ha ancora detto perché sta verbalizzando i miei dati». Provo a capire qual è il problema.

«Per tutelare la mia immagine nel caso mette le foto su Facebook o da qualche altra parte». A quel punto prendo il tesserino d’iscrizione all’albo dei giornalisti e lo faccio scivolare sul blocchetto su cui l’altro vigile scrive. «Non si preoccupi – incalzo – farò molto meglio. Ci scrivo un bel pezzo». L’atteggiamento, mio e suo, si fa più risoluto.

«Annoti, annoti – gli faccio – così poi lo diciamo al suo comandante, al sindaco, a Decaro, a Di Paola, al nuovo sindaco e pure a San Nicola».

«Che fa minaccia ? – mi dice rivolgendo lo sguardo al collega – e scrivi che ci sta minacciando». Dopo pochi minuti riprendo i documenti e vado via. Magari mi ha pure denunciato per quegli scatti oltraggiosi.

Gli abusivi stanno da che mondo e mondo. La circostanza mi aveva incusiosito perché, solo qualche ora prima, sul lungomare Di Crollalanza – qualche centinaia di metri più a sud – altri due vigili stavano facendo sbaraccare gli abusivi, intenti a installare tavolini e “fornacelle” a ogni angolo. La domanda che avrei voluto fare era semplice: ma possono o non possono stare lì? Qualcuno dirà: ma dai, sempre a rompere le palle, sono disperati che approfittano della festa patronale. Siamo sicuri? E perché la mattina vengono fatti sgomberare e il pomeriggio no?

«Sa, sono centinaia, forse migliaia – ci spiega il comandante dei Vigili, Stefano Donati – li abbiamo fatti togliere dai giardini. Qualcuno è autorizzato qualcun altro no». L’antifona ci è sembrata chiara. Mica li possiamo controllare tutti. Ciò che ancora non ci è stato detto è perché qualcuno è autorizzato a fare l’abusivo e qualcun altro no. Chi decide dove ognuno deve piazzarsi con la propria mercanzia? In tanti sono convinti che dietro ci sia lo zampino della criminalità organizzata. Nessuno può dirlo, con sicurezza. Se ci provi sei il solito guastafeste. La cosa certa è che mentre a me venivano chieste le generalità dall’agente colpito da improvviso eccesso di zelo, alle sue spalle erano già stati venduti migliaia di panini e birre senza alcuna garanzia e senza scontrini. Menomale che San Nicola perdona tutto e tutti.