Telenorba blocca i licenziamenti. La notizia, però, seppur confermata dalla dottoressa Fabiana Natale, del ministero del Lavoro, non manda in brodo di giuggiole i sindacati e men che meno i finora silenti lavoratori. «La Società ha revocato la procedura di licenziamento collettivo – spiega la Natale su nostra sollecitazione – avviata al fine di poter sottoscrivere accordo per ulteriore periodo di Cig in deroga (3 mesi) sulla base dell’istanza già presentata». La precisazione non lascerebbe dubbi, ma come in tutte le questioni targate Telenorba, il condizionale è d’obbligo.

In sostanza, succede che il Gruppo Norba non licenzia e in cambio ottiene altri tre mesi di cassa integrazione (da aprile a giugno ndr.). I geni di Conversano hanno colpito ancora, anche se questa volta speriamo di aver preso un granchio. Proviamo a fare un ragionamento. Se non fosse stata concessa la cassa integrazione, Telenorba avrebbe dovuto pagare di tasca propria 75 giorni di stipendio ai 73 dipendenti che avrebbe dovuto mandare a casa in virtù del piano industriale che prevede modifiche sostanziali sulla programmazione e sul personale. Settantacinque sono i giorni di preavviso annunciati dalla lettera di licenziamento. Non sappiamo quanto guadagni ciascun dipendente ma, ad una media verosimile di 1.300 euro al mese, stiamo parlando di circa 233.600 euro, senza contare contributi e altri oneri a carico del datore di lavoro.

Con la proroga della cassa integrazione in deroga, invece, quei soldi li pagano i cittadini italiani. Tutti noi. Un bel risparmio, prontamente reinvestito come farebbe un qualsiasi imprenditore. Non sappiamo a chi sia intestata, ma di certo la fiammante Maserati Quattro nera guidata dallo storico autista dell’azienda, è in uso all’ingegner Luca Montrone. Parliamo di un’auto il cui prezzo di listino si aggira intorno ai 107.000 euro; un’auto da 4.200 cc. Prendiamo per buona la circostanza che sia stato acquistato il modello “baracca”. Il resto dei soldi, pare – ma si tratta in questo caso di voci tutte da confermare – sono stati impiegati per l’acquisto di un’altra auto: una versione Porsche non precisata.

A Conversano non sono mai stati tempestivi nelle loro scelte. Persino il Premier Renzi ha messo in piedi l’operazione “auto blu”, da lui stesso definita demagogica, ma a nostro dire necessaria per cercare di mettere un altro tassello nel difficile puzzle della credibilità e della coerenza. Senza contare l’abbattimento degli stipendi dei manager pubblici, mentre la miriade di aziende nelle stesse condizioni di Telenorba, possono licenziare e/o mandare alcuni dipendenti in cassa integrazione, assicurando ad altri dipendenti stipendi ben al di là della soglia imposta dalla crisi. In questo caso, però, è solo una questione di opportunità. Non ci può fare niente nessuno. Giovedì 17, a Roma, sarà ratificato l’accordo per gli altri tre mesi della cassa integrazione. Accordo che, pare, non preveda una clausola che blocchi effettivamente i licenziamenti. Proprio così.

A spiegare meglio è la stessa dottoressa Natale. «In costanza di Cig in deroga – precisa il rappresentante del ministero – l’Azienda potrà avviare nuova procedura di licenziamento collettivo». Non c’è che dire, proprio un colpaccio. I dipendenti già inseriti nella lista nera fanno bene a tenere le bottiglie di spumante in cantina. Oggi le ragioni per festeggiare sono pressoché identiche a quelle di qualche settimana fa: zero. Ribadiamo, però, il nostro motto: “Speriamo di sbagliare”.