Prosegue la campagna di Greenpeace per chiedere ai marchi dell’Alta Moda di produrre vestiti senza sostanze chimiche pericolose. Oggi a Bari i volontari del Gruppo Locale di Bari hanno manifestato davanti alle vetrine del negozio di Louis Vuitton per svelare all’opinione pubblica che alcune grandi griffe nascondono un incubo tossico dietro i proclami di esclusività dei propri vestiti.

La mobilitazione segue la pubblicazione dell’ultimo rapporto di Greenpeace International “Piccola storia di una bugia fuori moda” che ha svelato la presenza di sostanze chimiche pericolose nei vestiti per bambini prodotti da alcune delle più famose aziende d’Alta Moda, tra cui Versace, Louis Vuitton e Dolce&Gabbana. Queste sostanze vengono rilasciate nei corsi d’acqua sia durante i processi produttivi che durante il lavaggio in lavatrice; alcune di esse, una volta immesse nell’ambiente, possono accumularsi nell’ecosistema e interferire con il sistema endocrino degli esseri viventi, mettendo a rischio la salute di adulti e bambini in tutto il Mondo.

La mobilitazione principale di Greenpeace è partita da Roma, dove tre volontari vestiti da imperatore, banditore e cortigiano hanno proclamato un editto che bandisce le sostanze tossiche dai vestiti dei marchi d’Alta Moda. Gli attivisti hanno consegnato una lettera agli store manager di ciascun negozio, nella quale si definiscono le richieste di adesione all’impegno “Detox”, per produrre una moda che non costi nulla al Pianeta. A Venezia i volontari hanno proseguito l’azione unendosi alla parata del Carnevale. A Milano, in concomitanza con l’apertura della Settimana della Moda, gli attivisti hanno manifestato alla Galleria Vittorio Emanuele e al teatro Metropol nel corso della sfilata di Dolce&Gabbana, proclamando che “Il Re è nudo” con giganteschi striscioni raffiguranti la top model russa Eugenia Volodina e un giovane re nudo.

Fin’ora sono 20 le aziende – fra cui Valentino e Burberry – che si sono impegnate con Greenpeace ad azzerare gli scarichi di sostanze chimiche pericolose entro il 2020.