Poco meno di 20 minuti senza censure, con le idee chiare e l’obiettivo – un teatro «normale» – sempre nel mirino. Massimo Biscardi, il nuovo sovrintendente e, per ora, direttore artistico della Fondazione Petruzzelli, ha deciso di rispondere alle nostre domande. Quesiti scomodi, che non ha voluto sapere in anicipo. A nostro avviso un atteggiamento impensabile finoa meno di due settimane fa. Per più di un anno abbiamo cercato di porre le nostre perplessità e quelle di numerosi baresi, putroppo senza esserci mai riusciti.

Nessun taglio, nessuna censura. Come piace a noi. Ciò che vederete è esattamente il contenuto dell’intervista, dal primo all’ultimo secondo. Del resto, tanti baresi e troppi lavoratori sono stati metaforicamente sbattuti fuori dal loro teatro attraverso il silenzio e una certa dose di strafottenza istituzionale. Per quanto ci riguarda, l’impegno di Biscardi a interessarsi di ciò che è successo finora, attraverso la stesura di una realazione dettagliata, è un gigantesco passo in avanti. Lo è esattamente come l’intenzione di indire nuovi bandi per le selezioni di coristi e musicisti per le chiamate, che non saranno più dirette. Allo stesso modo è un passo in avanti, la volontà di rispondere alle domande delle istituzioni, alle quali saranno consegnati i documenti chiesti ormai da troppo tempo.

Nelgi ultimi giorni abbiamo raccolto tanti quesiti da parte dei nostri lettori. Purtroppo molti di questi non abbiamo potuto porli. Data la disponibilità del sovrintendente, però, contiamo di poterlo sentire nuovamente per farci illustrare i contenuti della sua relazione.

Le condizioni penose e fuorilegge del laboratorio in cui si producono le scene; la questione Artelier; le assunzioni triennali per coro e orchestra; le condizioni di lavoro dei custodi; il coinvolgimento dei professionisti baresi e pugliesi; il conflitto di interessi di alcuni collaboratori del teatro, tali senza aver sostenuto alcun concorso pubblico; la situazione finanziaria; il futuro e le prospettive dell’ente; gli appalti sospetti. Sono alcuni dei temi al centro del colloquio.

Prendiamo alla lettera l’invito finale del sovrintendente – che ringraziamo per la disponibilità. Continueremo a pubblicare le nostre inchieste giornalistiche e a informarlo, certi di avere risposte, speriamo sempre più convincenti con il passare del tempo. La speranza è quella che il sipario si apra finalmente su un teatro e una gestione nuovi di zecca.