Parole d’ordine: soppressioni e ridimensionamenti. La nuova Telenorba avrà 7 tecnici di regia Tg (ora sono 23); 9 tecnici di servizi esterni (ora sono 21); 2 segretari di redazione (ora sono 5); 28 giornalisti (ora sono 42); la soppressione della segreteria della redazione del Lazio. L’area informazione passa quindi da 96 a 50 unità. Nel settore della produzione dei programmi tv si passa da 17 a 10 unità: un regista in meno (da 6 a 5); da 5 a 1 addetti ai montaggi televisivi; un operatore di ripresa in meno (da 3 a 2); un tecnico audio in meno (da 2 a 1). Il settore dell’assistenza tecnica perde 5 unità:  un tecnico di alta frequenza e 4 tecnici di messa in onda (da 6 a 2). L’Ufficio programmazione commerciale e palinsesto tv perde 4 persone: 2 addetti gestione contratti (da 6 a 4); 2 addetti al palinsesto (da 3 a 1). Due persone in meno nella segreteria commerciale (da 5 a 3). I servizi vari passano da 16 a 8 unità. Perdono 1 segretaria delle pubbliche relazioni; una delle 2 unità della segreteria di alta e bassa frequenza; 1 architetto; 1 segretaria di produzione; i 2 addetti alla reception. Non viene toccato, ovviamente, il personale che fa capo all’ufficio di presidenza: i 2 autisti e le 2 segretarie. Tre persone in meno anche nel settore amministrativo. Si tratta di tre addetti alla contabilità su 7. Totale degli esuberi 74, da 187 a 113. Non ci sono i nomi, ma per molti il destino era segnato fino dal luglio del 2012, il primo periodo in cuis i è fatto ricorso alla cassa integrazione. Le motivazioni?

«Il drastico calo della raccolta pubblicitaria, che rappresenta la principale fonte d’entrata, ha fortemente caratterizzato la crisi del comparto dell’emittenza radio-tv locale con una contrazione in termini percentuali di oltre il 40% rispetto al biennio precedente (2011-2012) (fonte UPA). Nel 2014 la crisi del comparto raggiungerà uno stadio di irreversibilità a causa anche degli ulteriori tagli contenuti nella Legge di Stabilità ed in quella di bilancio, che lo stesso viceministro alle Comunicazioni, Antonio Catricalà, non ha esitato a definire “insostenibili per il settore”, in una lettera inviata al ministro dell’Economia Saccomanni e a quello dello Sviluppo Zanonato. Secondo il viceministro “con un taglio che è di circa la metà rispetto ai fondi del 2013, molte imprese che garantiscono il pluralismo rischierebbero la chiusura”, infatti i contributi che spettano all’emittenza radio-tv locale sono stati tagliati in modo drastico, con un’ulteriore riduzione per il nuovo anno del 54,23% . riduzione prevista per l’intero triennio».

Quando impari a scrivere un pezzo, la prima cosa che t’insegnano è l’attacco: chi, cosa, quando, dove e perché. Tutto e subito perché il lettore perde subito la pazienza. Evidentemente non vale la stessa cosa per i piani industriali, nella maggior parte dei casi deboli e senza prospettive. L’inno al disastro che non è mai attribuibile all’industriale legittimato, così, a fare un po’ come gli pare. È colpa di tutti dal Governo agli enti locali, compresa la Regione Puglia che «non sostenuto l’emittenza locale così come avvenuto in altre Regioni (Sardegna – Sicilia)».

Nel piano industriale presentato da Telenorba ai sindacati si legge:« Il Gruppo Norba, al pari della maggior parte delle emittenti televisive locali italiane è stato costretto ad aprire procedure di cassa integrazione per i propri dipendenti, tuttavia nonostante i numerosi interventi tesi alla riduzione dei costi rischia di vedere seriamente compromesso il prosieguo della propria attività a causa della contrazione dei ricavi, che dal 2008 ad oggi è pari ad oltre il 40%. L’incidenza del costo del personale sul totale risorse per Telenorba è pari al 51,39%, ben al di sopra di tutte le altre tv locali e nazionali». Molti dei disagi dipendono dal costo del personale, tutto questo nonostante per decenni l’emittente di Conversano sia andata avanti grazie alla collaborazione di precari, partite iva, liberi professionisti, stagisti che, nel corso degli anni, sarebbero rimasti tali senza ispezioni, controlli e transazioni “a perdere” per i lavoratori. E che dire di acuni stipendi faraonici, rimasti tali anche nel periodo di cassa integrazione per una buona fetta di dipendenti?

Alla luce della catastrofe economica italiana ecco la mazzata: «Il Gruppo Norba, pur avendo un ruolo di leadership nel settore dei Media Locali Tv, operando nel contesto sopra descritto e per fronteggiare la crisi economica generale e di settore deve necessariamente rivedere l’organizzazione aziendale, con lo scopo di mantenere l’azienda sul mercato e poter continuare ad annoverare un organico ben superiore alle 100 unità, quindi ancora largamente al di sopra di tutti gli operatori della comunicazione a livello regionale e nazionale anche dopo gli interventi di riorganizzazione sul personale». Si torna alla regola del tanto gli altri stanno peggio.

Meno soldi e personale  hanno prodotto undici colpi di mannaia:

Rimodulazione dei palinsesti delle tre reti TN7 – TN8 –TGNORBA 24 con particolare riferimento all’informazione del tgnorba24;
• Completa automazione dell’aggiornamento del servizio televideo;
• Accorpamento di tutte le risorse con skill professionale tecnico in un unico settore definito area produttiva;
• Eliminazione delle redazioni / corrispondenti di Napoli e ridimensionamento di quella di Roma e Barletta;
• Riduzione del ricorso ad appalti di service;
• Ulteriore razionalizzazione delle utenze e degli spazi occupati per gli uffici;• Pianificazione degli organici, in termini di ottimale impiego delle risorse umane;
• Revisione del palinsesto delle tre reti TN7 – TN8 – TGNORBA24;
• Nuova linea editoriale per il TGNORBA24 al fine di rendere il prodotto offerto più rispondente al mercato;
• Attivazione di tutti gli strumenti legali necessari per il raggiungimento degli obiettivi del piano, nonché attivazione di tutte le iniziative necessarie a limitare l’impatto sociale della ristrutturazione;
• Mantenimento di relazioni industriali ispirate ai principi di lealtà e rispetto;

In sostanza significa che il Gruppo Norba rimpicciolisce le sue aspirazioni. Le stesse aspirazioni eccessive, al pari degli ivestimenti messi in campo per generarle, che hanno provocato parte delle difficoltà aziendali. Tra il 2012 e il 2013 la cassa integrazione – per 33 unità a zero ore – ha coinvolto complessivamente 90 dipendenti. Tutto queto, però, mentre alcuni lavoratori venivano impiegati al di fuori del proprio ruolo ma, soprattutto, con un utilizzo spropositato di “service” e collaboratori. Tutto questo senza interventi di nessun tipo da parte della politica e delle istituzioni. Il palinsesto – soprattutto quello del TGNorba24 – cambierà radicalmente. La nuova impostazione, che prevede molte più dirette e molti meno dipendenti, secondo l’azienda: «mira a rendere il palinsesto del canale più aderente al format tipicamente riconducibile alle “All News” lì dove, nel corso della giornata, si alternano fasce orarie dedicate alla cronaca e all’aggiornamento in tempo reale e altre fasce rivolte all’approfondimento giornalistico (modalità produttiva fino ad ora assente dal palinsesto del canale). Tale impostazione, unitamente alla soppressione di alcune sedi periferiche ed al ridimensionamento di altre, comporterà l’inevitabile ulteriore esubero di forza lavoro».

Il carrozzone ha smesso di andare avanti da sè. I sindacati, le istituzioni e la politica sono chiamati a fare molto più di ciò che hanno fatto finora.  È arrivata la resa dei conti che, troppo spesso, a Conversano non tornano.