«Qui sta succedendo un casino pazzesco». É il commento di Michele Marzella, trombonista e compositore barese, sull’ultimo “colpo gobbo” tirato dalla Siae ai musicisti e ai consumatori e noi non ce la sentiamo di dargli torto.

Con la delibera n° 16 del febbraio 2013, la Siae ha emesso una nuova ordinanza sulla ripartizione dei guadagni della sezione musica. La più colpita di tutti è la classe prima, ossia quella che comprende gli incassi relativi al ballo e al concertino privato, in eventi privati come feste, matrimoni, inaugurazioni, con musica eseguita dal vivo o mediante strumento meccanico. Nel dispositivo si parla di un vertiginoso abbassamento delle quote di ripartizione. A spiegarci questo intervento della Siae è appunto Michele Marzella, musicista e portavoce di un gruppo di professionisti della musica che nell’ultimo periodo si sta adoperando per ottenere la revisione, se non proprio l’abolizione, di questo provvedimento.

«Noi piccoli autori che ci occupiamo di feste private come comunioni, matrimoni, concertini piccoli con un limitato numero di persone, siamo stati tagliati dalla Siae. Ogni brano che noi eseguiamo in queste feste e che scriviamo nei borderò (elenchi delle musiche eseguite depositati in Siae ai fini fiscali, n.d.r.) dovrebbe avere un compenso in denaro. Con la nuova delibera, di questo compenso un terzo arriva a noi e il resto va a finire in un “calderone” che non si capisce a beneficio di chi sia.»

I musicisti, specie se legati all’intrattenimento dal vivo in ricorrenze, si sono ritrovati con un terzo del loro maturato totale. Una decurtazione pesante per chi è legato ad un lavoro tutto sommato stagionale – tra matrimoni, feste all’aperto, comunioni e eventi simili – in un periodo di crisi. Questo ha portato a una rivolta estesa tra molti degli addetti ai lavori. in tutto questo. come si è giustificata la Siae?

«Noi abbiamo scritto al Ministro Bray – continua Marzella – a diversi organi di stampa, sui blog stessi della Siae ma senza ricevere mai alcuna risposta. Le uniche risposte ci sono giunte da un sindacalista dell’Uncla (Unione Nazionale Compositori Librettiste Autori) secondo il quale questa ordinanza sarebbe stata fatta a seguito di alcuni esposti della guardia di finanza in cui si parlerebbe di infiltrazioni mafiose nell’industria dei matrimoni»

Sul motivo effettivo di questo provvedimento ci sono diverse scuole di pensiero. La prima e più accreditata è che la Siae, in crisi, tenti di ricapitalizzare a discapito degli autori e dei musicisti.

La situazione appare davvero delicata e certo questa delibera a prima vista appare non solo impopolare, ma anche in alcuni punti oscura. cercheremo di capirci qualcosa di più.