Il Teatro dell’Opera di Roma è una polveriera. Esattamente com’è successo al Petruzzelli si sono create due fazioni opposte. Da un lato Uil e Cisl sostengono la visione del sovrintendente; dall’altro Cgil, Fials e Libersind sono pronti alle barricate contro le scelte e il comportamento di Fuortes, giudicato antisindacale. Intanto c’è la questione dell’accesso alla legge Bray e lo strano caso dei doppi conti presentati dall’ufficio amministrativo dell’ente lirico a distanza di un mese l’uno dall’altro. La prima volta la calcolatrice ha evidenziato un bilancio praticamente in pareggio (escludendo i 2,5 milioni di euro che il Comune non ha ancora versato nelle casse dell’ente). La seconda volta, invece, dalla stessa clacolatrice è venuto fuori un risultato disastroso: un buco di 10 milioni di euro.

In questi casi, per capire dove sta l’intoppo, i calcoli si fanno fare da un organo terzo. Così, tanto per non sbagliare con le decisioni da adottare. Ci piacerebbe conoscere quali sono i conti del Collegio dei Revisori dei conti. Il sovrintendente Fuortes, infatti, ha già presentato la domanda per l’accesso del Teatro capitolino alla legge Bray. Cgil, Fials e Libersind hanno  annunciato di voler impugnare il provvedimento, ritenuto illegittimo. In ogni caso, e sarebbe l’ipotesi più drammatica, se il sindaco Marino dovesse confermare i tagli sostanziali ai fondi destinati alla cultura, c’è èersino qualcuno pronto a giurare che il Teatro potrebbe persino chiudere.

L’aria è molto tesa e Fuortes si prepara a collezionare l’ennesimo articolo 28, quello che sanziona i comporamenti antisindacali. In questo caso al centro della polemica c’è la prima del Lago dei Cigni. Stamattina le organizzazioni sindacali, che non accettano il comportamento di Furtes – dobbiamo dire coerente con quello tenuto a Bari da commissario – depositeranno la denuncia. Il balletto – lo ricordiamo – andò in scena nonostante lo sciopero dell’orchestra, sostituita da una registrazione carpita la sera prima durante le prove generali e senza che nessuno ne sappesse nulla. Gli articoli 28 collezionati a Bari da Fuortes sono 5 e sono stati tutti presentati dalla Cgil (della questione parleremo in maniera specifica). Tre sono stati favorevoli al commissario – ma la Cgil ha fatto ricorso in appello – due restano ancora in piedi.