* dell’ Arch. Eugenio Lombardi

Abbiamo chiesto all’arch. Lombardi un suo intervento in seguito alla nostra inchiesta sul porto di Bari, inchiesta che naturalmente prosegue e proseguirà con la pubblicazione di altri articoli e fotografie perché i responsabili dello scempio non la passino liscia. Ecco quanto ci ha scritto l’arch.Lombardi:

Bari e il suo mare: un rapporto di accettazione, più che di sconfinato amore. L’intera costa da Santo Spirito a Torre a mare attende da tempo una forte riqualificazione e valorizzazione. È in gran parte fruibile e potrebbe anche prestarsi ad un percorso di trasporto pubblico costiero, turistico e non.

Il lungomare verso sud è oggi solo un percorso da vedere ma paesaggisticamente e funzionalmente debole. L’allargamento del percorso pedonale sul mare, come prospettato dai progettisti del PUG, è corretto e bello e anche da me più volte in questi anni prospettato, con l’ipotesi di dar spazio ad un itinerario pedonale e ciclabile. Perplessità esprimo per la proposta nell’ansa del molo S.Antonio di un porto turistico, che temo possa indebolire quel respiro sul mare di cui oggi gode quella parte della città a cavallo tra la fine dell’Ottocento e il primo Trentennio del Novecento. Preferirei una sequenza di piccoli imbarcaderi lungo la linea costiera. e di moli turistici per la navigazione da diporto.

L’area del Teatro Margherita era già stata individuata da Renzo Piano e da Gianfranco Dioguardi come strategico elemento-cerniera nel rapporto tra città antica e città moderna. Era stato prospettato il sottopasso del lungomare in modo da creare, anzi ricreare (esisteva a inizio secolo) una piazza in continuità con piazza del Ferrarese; l’idea potrebbe essere ripresa. Molti anni fa prospettai che il piano di ingresso del teatro fosse reso più “trasparente” e utilizzato come piastra di comunicazione pubblica e imbarcadero principale di un percorso di trasporti costiero. Peraltro, un forte elemento-cerniera era già stato intuito dall’arch. Giuseppe Gimma, al tempo della progettazione dell’espansione urbanistica di inizio Ottocento, con l’idea di una grande piazza rettangolare all’imbocco dell’attuale via Sparano con corso Vittorio Emanuele, ma poi non venne più realizzata. Ancora oggi il rapporto tra le due aree urbane resta molto debole, anzi con il Piano Urban il Murattiano risentì molto della concentrazione di attenzione e di rinnovata attrazione residenziale di Bari vecchia.

Certamente interessante è quanto le prime visioni del PUG propongono per l’area portuale e fino alla Fiera del Levante. La piazza sul mare all’altezza del castello e la struttura per l’acquario sono elementi convincenti, non tanto quello che accade dopo. Il porto commerciale e crocieristico è in un degrado spaventoso, le cui conseguenze sono sotto gli occhi nostri e delle migliaia di passeggeri che ogni anno lo utilizzano. Dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città, non un luogo pubblico che si è costretti ad utilizzare! I suoi giardini vanno aperti e resi costantemente fruibili, il suo molo borbonico va riconsegnato alla città come straordinaria attrattiva storico-paesaggistica e contenitore culturale. E gli spazi portuali non possono essere mantenuti alla stregua di un degradato porto ottocentesco, ma tenuti puliti, mantenuti, resi disponibili ad una costante programmazione spettacolare e sportiva.

Proseguiamo il cammino. La pesante colmata dell’ansa di Marisabella è stata per molti anni fortemente contestata e combattuta dal movimento “Fronte del porto”, La Storia ricorda che all’inizio del 1500 Isabella d’Aragona volle che proprio da quell’area partisse lo scavo di un “canal grande” che, a difesa della città sul lato di terra,avrebbe trasformato Bari in un’isola; i lavori durarono a lungo, ma avendo utilizzato come percorso di scavo il letto del torrente Picone, la cui foce è proprio lì, le periodiche piene trascinavano una gran quantità di detriti e alla fine, quando già si era giunti all’altezza dell’attuale via Manzoni, si decise di non proseguire.

I rischi idrogeologici sono tutti oggi ancora presenti. Quale sarà l’azione futura di quell’area, considerando che la strada camionabile e l’Asse nord-sud sono destinati a portare fin lì una mole di traffico pesante già oggi pressoché insostenibile e che a questo si aggiungerà il movimento interno prodotto anche dal nuovo Municipio? Si rischia un eccesso di concentrazione e di attrazione urbana, che non potrà non nuocere al paesaggio e all’ambiente. Cresce, invece, in me la convinzione che la realizzazione di un distretto sportivo, culturale e per il tempo libero, che colleghi con un tessuto di verde pubblico importante la Fiera del Levante, la Cittadella della Cultura (da me ideata nel 1994), lo Stadio della Vittoria e le Piscine comunali per giungere ad abbracciare la costa con le strutture del CUS, possa dare una risposta corretta e di grandi prospettive ad un’area ricca di potenzialità ma rimasta sempre somma di frammenti.

La costa di San Girolamo attende che partano, in forte ritardo, i lavori di rigenerazione urbana, con la sistemazione di verde, pista ciclabile e percorsi pedonali. Ma la costa urbana non si ferma lì, continua fino a Santo Spirito ed anzi la sua rivisitazione dovrebbe essere considerata almeno fino a Giovinazzo. Per limitarci al territorio cittadino, comunque, va sottolineata l’esigenza che il porticciolo di Palese, che quasi mai ha funzionato come tale, venga recuperato ad una balneazione di qualità e ad attività culturali estive e che,in assenza di altre strutture ormai scomparse ben risponderebbe alle esigenze locali, risvegliando fortemente attenzione per un’area ricca di storia e di potenzialità turistiche. Il porto di Santo Spirito, esso stesso a forte vocazione turistica, vede da lungo tempo bloccato il piano particolareggiato predisposto per il suo rilancio, che certamente avrebbe positive ricadute sull’intero assetto urbano.

La stessa visione può essere riproposta a sud, con i porticcioli di San Giorgio e Torre a mare, con programmi sistemici che partano dalla linea costiera per un organico coinvolgimento delle comunità locali. Il porto di San Giorgio viene da noi ricordato una sola volta all’anno, in occasione dei festeggiamenti per San Nicola, ma proprio partendo dall’evento storico, quali forti potenzialità ha nel suo essere!

Riassumendo: una costa tutta dal grande potenziale, accettata e vissuta solo per frammenti, ma che oggi pretende recupero, tutela e forte valorizzazione. Ne saremo capaci?

*ideatore e coordinatore Ecomuseo Urbano del Nord Barese