Il Presidente della Provincia rimpasta la giunta e pure il Consiglio di amministrazione della Fondazione Petruzzelli. Una scelta non proprio coraggiosa, a dire il vero, che lascia qualche dubbio sulla reale volontà di rilanciate l’ente lirico sinfonico barese. Schittulli ha nominato Angela Filipponio Tatarella, che si aggiunge al professor Corrado Petrocelli (Comune di Bari) e ai professori Cipriani e Pellegrino (Ministero). Potremmo sbagliare, ma ci sembra proprio un nomina in carico al candidato sindaco Domenico Di Paola, per due anni socio privato della Fondazione. Uno che alla bellezza e alla cultura non può proprio rinunciare.

Al netto degli errori del passato, si tratta di un film già visto dal finale horror. La Filipponio, sovrintendente della neonata Fondazione nel 2004, è poi stata consigliere di amministrazione. A nominarla nel Cda era stato il Ministero, in surroga all’assenza del socio privato (Domenico Di Paola). Anche grazie a lei che Michele Emiliano (che anche a questo giro di giostra ha scelto di fare il presidente) finì gambe all’aria, aprendo la strada al commissariamento.

Adesso non resta che aspettare la nomina dell’uomo della Regione (i più maligni dicono l’avvocato Sbino Persichella, giusto per non tagliare troppo con il passato) e quello di Emiliano in surroga al socio privato, nel caso in cui la Camera di Commercio lasci davvero la Fondazione. La gestione del Petruzzelli si preannuncia ancora una volta un estenuante braccio di ferro dall’esito incerto. Con queste premesse diventerebbe difficile rimettere insieme i cocci lasciati dal commissariamento e garantire al teatro la programmazione necessaria per fargli fare il tanto atteso salto di qualità.

Oggi, intanto, l’ultima giunta comunale dell’anno è chiamata a prendere una decisione molto importante. Dovrà decidere se salvare l’Amtab o proprio la Fondazione Petruzzelli, destinando il fondo di riserva (1 milione 250mila euro). Se, come pare, alla Fondazione dovesse essere dato meno di un milione di euro, potrebbe aprirsi la strada a un nuovo commissariamento. Forse, l’unico modo per fare chiarezza sulle reali responsabilità di una gestione non impeccabile, sulla quale indada anche la Procura di Bari. Oggi il sindaco ha certamente più potere di quanto ne aveva all’aepoca della nomina di Fuortes, per trattare il nome dell’eventuale commissario. E se fosse questa la scelta del primo cittadino, alla luce del fatto che tra qualche mese si va tutti di nuovo a votare? Staremo a vedere.