Una ventina di giorni fa la Fondazione Petruzzelli ha pubblicato il libretto della stagione 2014 (allegato al pezzo). C’è una cosa che salta subito agli occhi: i nomi dei revisori dei conti. Una imprecisione che speriamo non passi inosservata al costituendo Cda. Secondo quanto c’è scritto, a presiedere il collegio sarebbe Giovanni Argondizza. E allora la prima domanda: Argondizza lo sa? Chi, e quando lo ha nominato? Come abbiamo scritto per otto mesi la Fondazione Petruzzelli ha operato senza un collegio dei revisori dei conti. Nel caso del libretto si è trattato di un  errore di stampa, un malinteso, o qualcosa più di una coincidenza?

Sul sito della Fondazione Petruzzelli i nomi dei revisori dei conti sono altri: presidente Piergiuseppe Lapecorella; membri effettivi Pamela Palmi e Ruggiero Pierno (lo stesso del vecchio collegio). Il nome che ci ha incuriositi di più, all’indomani della nomina di Carlo Fuortes come sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, è quello di Pamela Palmi, già revisore in un altro teatro. Indovinate dove? Il Teatro dell’Opera di Roma. Insieme agli altri membri del Collegio, la Palmi aveva bocciato l’operato del vecchio sovrintendente De Martino, aprendo di fatto le porte al commissariamento e a Fuortes. Il nome del pluri incaricato Fuortes, infatti, circolava già da alcuni mesi. La Palmi è la compagna del caporedattore del quotidiano La Repubblica Bari, uno di quelli che maggiormente si era scagliato contro la parentopoli del Petruzzelli, poi finita in una bolla di sapone, seppure con diversi strascichi. Sicuramente quello che più di tutti ha difeso l’operato del commissario nonostante la Fondazione sia sotto l’occhio del ciclone per la natura di numerosi atti amministrativi e per l’affidamento senza alcun bando pubblico di forniture e servizi di ogni tipo.

Non ne siamo sicuri, ma a noi questo pare un conflitto di interessi, soprattutto nel caso in cui la Fondazione dovrà elargire soldi per l’acquisto di spazi pubblicitari. Ma torniamo al libretto. Perché non è stata attesa la nomina del nuovo collegio dei revisori dei conti prima di stampare l’opuscolo della stagione? Non sarà mica perché fino a quel momento non c’era un collegio dei revisori dei conti e le nuove nomine erano in bilico? In quel caso la figuraccia sarebbe stata persino peggiore.

L’imprecisione diventa colossale – per noi che non abbiamo la memoria corta – in considerazione di quanto dichiarato dal commissario Fuortes al Corriere del Mezzogiorno domenica 20 ottobre. Noi, intanto, nonostante le richieste ufficiali, aspettiamo di potergli porre qualche quesito politicamente scorretto. “Tutte le procedure  – aveva detto Fuortes – sono state vagliate dal collegio dei revisori dei conti». Speriamo che non si sia trattato di un altro errore, questa volta di trascrizione del collega che ha firmato quel pezzo.

I nuovi revisori – domanda delle domande – chiederanno la due diligence a un’azienda senza conflitti di interessi per capire cosa è realmente successo nel teatro barese durante il commissariamento? Dal canto suo Fuortes continua a restare al timone del Petruzzelli, nonostante il 30 novembre siano scaduti anche i 45 giorni di prorogatio del commissariamento. Sul fronte della nomina del Cda si stenta a mollare gli ormeggi. Ricordiamo che la legge numero 367 del 1996 – in gran parte già sostituita dalla legge 100 del 2010 e dal recente Decreto Valore Cultura – prevede un Cda composto da 7 elementi. A quello della Fondazione Petruzzelli manca uno dei due soci privati, l’altro è la Camera di Commercio, che ha annunciato di voler lasciare il prossimo anno. Cosa succederà a quel punto? Il primo socio privato lo ha già nominato il Ministero, indicando due e non un solo rappresentante (i professori Pellegrino e Cipriani). Il Comune, invece, che ha già nominato Corrado Petrocelli, sta pensando al secondo uomo da piazzare nel caso la Camera di Commercio confermi la decisione di abbandonare la nave. Sarà per questo che Regione e Provincia non si sono ancora fatte avanti?

In effetti, era stato sempre il balletto della politica e la sostituzione del socio privato da parte del Ministero a mettere in minoranza Emiliano, fino ad arrivare al commissariamento. Il destino, però, è beffardo. Il sindaco di Bari ha sistemato Giandomenico Vaccari, l’ex sovrintendente della Fondazione Petruzzelli, nel Cda dell’Apulia Film Commission. L’assessore regionale alla Cultura, Silvia Godelli – che ha un amore smisurato per l’Afc e che contribuì a mettere in minoranza Emiliano – lo avrà preso come uno sgambetto? E se le Province dovessero essere abolite, chi nominerà al loro posto l’altro rappresentante? Siamo certi che il sindaco viva questo periodo con le dita incrociate, sperando di poter indicare un suo uomo di fiducia, in modo da scongiurare un altro golpe teatrale. A noi, invece, non resta che un’amara constatazione: a dispetto di proclami e belle parole, la gestione del Teatro resta un fatto di poltrone e giochetti politici. Bari capitale della Cultura? Per ora lo è certamente della magagna.