La protesta e la rivendicazione dei diritti calpestati possono pagare più di mille “sì, padrone”. Dopo la bagarre sollevata da alcune fonti anonime – probabilmente interne all’azienda – Telenorba fa la mossa che non ti aspetti. Stamane, in un’assemblea dal clima surreale, ha comunicato ai rappresentanti sindacali di voler fare tutto il necessario per rispettare gli accordi presi per il conseguimento degli ammortizzatori sociali e per procedere al graduale reinserimento delle unità attualmente in cassa integrazione nei settori in cui l’esubero si è rivelato, di fatto, solo un pretesto.

L’annuncio ha spiazzato chi si era presentato con il coltello tra i denti. Non si è parlato di casi specifici (la siatuazione di Lecce, per citare il più clamoroso), ma la promesa del Gruppo Norba, fatta dall’avvocato Pinto e del responsabile del personale, lascia uno spiraglio aperto nella complessa trattiva. In sostanza, i dipendenti – quelli pronti a vedere cara la pelle – hanno accantonato, ma non sepolto, l’ascia di guerra. Certo, le magagne per il momento restano, ma ora c’è anche la volontà di sanarle. Mentre in molti sono costretti a starsene in panchina, continuano a lavorare collaboratori esterni e dipendenti in cassa integrazione. Le parti si incontreranno a breve, forse già la settimana prossima, per analizzare più approfonditamente la situazione e iniziare a prendere le prime decisioni concrete. In questo caso restare alla finestra è d’obbligo, con la speranza che si passi in fretta dalle parole ai fatti.