Più indizi fanno una prova? Qualche volta succede, così come a pensare male non è peccato. In ogni caso le coincidenze sono tante. L’ultima puntata di Report (su quanto nel campo dell’arte sia più facile trovare lavoro se sei parente e amico di politici e gente influente), ci è sembrato opportuno rispolverare una lettera anonima arrivata in redazione un mesetto fa. È certo, qualcuno a Roma sta seguendo la nostra inchiesta sul Petruzzelli. Purtroppo non sappiamo chi è. Dopo aver sollevato la questione dell’incompatibilità di Carlo Fuortes a ricoprire l’incarico di Commissario della Fondazione Petruzzelli, e non solo, in considerazione del suo essere imprenditore-fornitore di ministeri, aziende partecipate dallo Stato e Regioni (sicuramente la Puglia), da Roma segnalano un’altra anomalia. Una di quelle cose che tutti sanno – soprattutto nelle stanze dei bottoni -, ma sulla quale nessuno interviene.

Spieghiamo meglio. Carlo Fuortes tra i suoi molteplici incarichi è anche amministratore delegato del Parco della Musica di Roma. Da maggio 2003 – per ora i nomi non li divulghiamo perché li stiamo verificando – pare ci siano state assunzioni sospette di parenti e amici di persone molto influenti, in ogni caso gente con cognomi identici a quelli di politici, amministratori pubblici, addetti ai lavori e giornalisti. Tutte coincidenze? Tutti assunti con regolare concorso pubblico?

Di casi di omonimia sono pieni gli elenchi telefonici, ma è difficile trovarne più di dieci nella stessa pagina. Nella lista sottoposta alla nostra attenzione figurano i cognomi di un ex assessore della Giunta Rutelli, di un giornalista Rai, di un ex sindaco di un paese vicino Roma, di un consigliere regionale del Lazio, di un pezzo grosso della Camera di Commercio di Roma, di un assessore della Giunta Polverini, di un onorevole della Lega Nord, di un ex ministro DC, di un ex ministro PSI, di un ex deputato di AN, di un ex presidente di Regione, di un eurodeputato IDV. Tutto questo al netto delle collaborazioni e degli incarichi occasionali affidati ad amici di altri personaggi illustri.

Più o meno il 15% della forza lavoro deriverebbe da favori fatti agli amici degli amici. Ma cos’è il Parco della Musica? Uno strumento di gestione di produzioni altrui. In altre parole non produce eventi e spettacoli propri. E all’interno del Parco si compirebbe un altro presunto abuso. Tra i produttori di eventi più assidui del Parco della Musica c’è la prestigiosa Accademia di Santa Cecilia, tanto cara a Fuortes. Complessivamente nella pianta organica dell’Accademia ci sarebbero 50 – avete capito bene, 50 – amministrativi in più rispetto alle appena  40 unità previste dalla pianta organica autoizzata dal Ministero. Che senso hanno tutti questi dipendenti? Perché nessuno interviene? Perché, se realmente necessari, nessuno modifica la pianta organica? Secondo qualcuno si tratterebbe di uno strumento senza pari in cui far accomodare dipendenti dai cognomi illustri. In quella orchestra, tra l’altro, siederebbero altre persone dai cognomi importanti originari della Puglia. Sarà mica per questo che in troppi chiudono gli occhi sulle vicende denunciate in questi mesi?

Quei cognomi sono tutti frutto di un gigantesco scherzo del destino? E se fosse una parentopoli, invece, chi l’avrebbe sponsorizzata? Torneremo sicuramente sulla questione, subito dopo aver verificato quanto di casuale o di voluto c’è nell’assunzione di quelle persone dal cognome “influente”. Facendolo da Bari, forse, ci vorrà un po’ più di tempo, ma non abbiamo fretta. Se qualcuno dovesse chiederci la lista di quei nomi e volesse indagare al posto nostro, saremmo come sempre disponibili a consegnare il materiale in nostro possesso.

Di assunzioni o carriere bizzarre ne è pieno il mondo, Bari e il Petruzzelli non fanno eccezione. Ve ne parleremo nella seconda punata della vicenda. Intanto vi segnaliamo solo il caso a nostro avvio più curioso, quello del capo del personale della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari: Daniela Tedesco. Dai libretti delle opere che si sono succeduti negli anni – quindi con informazioni spiatellate pubblicamente dallo stesso Teatro – abbiamo scoperto che la Tedesco è una corista, persino particolarmente brava nel suo lavoro. Come si ritrova capo del personale? Con quali competenze? Ha fatto studi specifici sulla materia della gestione delle risorse umane, come un nostro lettore esperto nella materia, ma costretto a lavorare in un call center? Ha ricoperto lo stesso incarico in altre strutture? Ma, soprattutto, ha fatto un concorso pubblico per sedere su quella ambita poltrona? Proveremo a chiedere alla diretta interessata. Ne abbiamo fatte tante di domande in questi mesi. Saremmo soddisfatti se ai cittadini, contribuenti e spettatori, venisse data almeno la metà delle risposte.