Imu, Irpef, Iva, Service Tax…chi più ne ha più ne metta. Nel senso letterale del termine, visto che si parla di tasse da pagare e quindi di soldi che devono uscire dalle tasche dei cittadini. Complice la crisi, ma non diventi un paravento, molti purtroppo non resistono a tale pressione e cercano un rimedio veloce per sopperire alla cronica mancanza di denaro. Quelle lucine scintillanti delle macchinette colorate ormai presenti in tanti bar, sono decisamente accattivanti: le slot machine hanno un fascino tutto loro. Da qui in poi, la febbre del gioco diventa sempre più alta. Tanto da essere diventata una vera patologia.

Se è vero che si tratta comunque di una libera scelta, al Comune di Bari stanno cercando di rendere più difficile cadere in tentazione. Nella seduta di Consiglio Comunale in cui si discutevano i nuovi tributi in ottica di bilancio di previsione, è passato un emendamento dell’IDV che invoglia tutte le attività commerciali ad eliminare dai propri locali gli apparecchi di vincita in denaro, ovvero la riduzione al 20% della Tares la odiata ex tassa rifiuti solidi urbani.

Sull’emendamento l’aula si è spaccata, ma alla fine è passato grazie anche ai consiglieri di centro-destra. Alla base c’è la volontà di combatte un fenomeno che ha portato sul lastrico migliaia di famiglie, costrette a vendere tutto o a rivolgersi agli usurai per continuare a giocare. Angelo Tomasicchio capogruppo dell’IDV in Consiglio Comunale è soddisfatto: «Tranne qualche piccolo comune, la nostra è l’unica città metropolitana a livello nazionale che ha introdotto questa tipologia di agevolazione. Per combattere il fenomeno serve un’alleanza virtuosa tra esercenti ed enti locali. A Bari ci stiamo provando con i fatti e non con gli slogan».