Le Rsa del Gruppo Norba hanno chiesto all’azienda chiarimenti in merito al mancato rispetto degli accordi sindacali sottoscritti alla vigilia del ricorso alla cassa integrazione. Le perplessità sono contenute nel verbale dell’ultima assemblea tenuta il 20 ottobre scorso alla presenza del responsabile del personele e del responsabile tecnico.

Sono quattro i punti contestati. Intanto l’utilizzo di un operatore esterno nell’area di Lecce, che continuerebbe a lavorare con regolarità anche dopo l’eccezionale impiego in occasione del tour di “Battiti live”. Per questa ragione sono stati chiesti i contratti che l’azienda ha sottoscritto con i service e la loro immediata interruzione. A Bari, invece, gli operatori rimasti in servizio effettuerebbero mediamente 20 ore di straordinario al mese. Ben 10 ore in più rispetto al periodo antecedente l’adozione del piano degli esuberi. In caso di ricorso costante agli straordinari le Rsa pretendono la revisione degli esuberi.

Per quanto riguarda la messa in onda viene ribadito che l’automazione non riguarda la totalità del palinsesto  e che, al contrario, le ore di diretta sono notevoli. Una situazione tale – si legge nel verbale – da dover far rientrare in servizio il personale in cassa integrazione in deroga. Stando così le cose le motivazioni addotte dall’azienda non sarebbero assolutamente fondate.

Ultimo capitolo è quello relativo al fiore all’occhiello del Gruppo Norba: il TgNorba 24. A detta delle Rsa, contrariamente a quanto concordato, il personale verrebbe sistematicamente utilizzato in altri settori (produzione – riprese tg). Una situazione tale da richiedere il ripristino di due montatori e un playout, per un totale di 5 tecnici per turno, rispetto ai 4 attuali.

Alle considerazione delle rappresentaze sindacali, aggiungiamo un paio di domande: come può un’azienda in crisi – e quindi immaginiamo con bilanci non lusinghieri – prendere finanziamenti europei per la messa in onda di una trasmissione? Come può un’azienda in crisi acquistare servizi da un’azienda esterna?

Speriamo che l’azienda dia risponda – ovviamente non a noi, ma a chi eroga i finanziamenti e ai propri lavoratori – nel più breve tempo possibile e nella maniera più efficace possibile.