«Non c’è certezza dei finanziamenti, ad oggi non abbiamo ancora ricevuto un euro». Parola di Carlo Fuortes commissario straordinario della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatro di Bari.

Se lo dice lui, allora non c’è motivo per stare allegri e poco si spiegano i toni trionfalistici misti all’aria di grande soddisfazione che si percepivano durante la conferenza stampa per illustrare la stagione 2014, presentata con grande anticipo rispetto al solito come ha ammesso lo stesso Fuortes.

Proprio sulla riduzione dei finanziamenti pubblici alla Fondazione annunciati in maniera non ufficiale dai Soci Fondatori e sugli impegni assunti dal commissario oltre la scadenza del suo mandato abbiamo chiesto chiarimenti a Carlo Fuortes:

«Sulle dichiarazioni non ufficiali eviterei ogni commento in attesa dell’ufficialità».

Tradotto significa che la nuova stagione è stata pensata su un impegno di spesa che Comune, Provincia e Regione hanno già detto di non poter garantire, da cui il rischio di non portare in scena quanto presentato oggi. A onor del vero, la giunta provinciale ha approvato la variazione di bilancio confermando il finanziamento alla Fondazione di 200 mila euro previsto a giungo, ben lontano dal milione di euro del 2012  tra ordinario e straordinario, come dichiaratoci dal vice presidente della Provincia Nuccio Altieri, ma di questo forse il commissario Fuortes non era informato.

«Abbiamo lavorato su un piano triennale da me presentato all’allora Ministro Ornaghi, piano che prevede dei finanziamenti precisi. Se ci dovessero essere delle informazioni ufficiali sulle riduzioni dei finanziamenti, allora si prenderanno delle decisioni di conseguenza».

In lettera indirizzata al commissario, il sindaco Emiliano lo invitava a non assumere impegni oltre la scadenza del mandato. Date le assunzioni effettuate e data la stagione appena presentata, forse ha avuto rassicurazione dal ministero circa il proseguimento del mandato oppure in veste di nuovo sovrintendente del teatro? L’alternativa è che quella richiesta sia rimasta inascoltata:

«Io faccio il lavoro da commissario, qualsiasi teatro che si rispetti deve programmare in anticipo la stagione, se non lo facesse o non si potrebbe tenere la stagione oppure si dovrebbe fare da poveretti. Su questa stagione stiamo lavorando da un anno, è ovvio che io devo farlo al di là di cosa accadrà dopo il 15 ottobre (data di scadenza del mandato da commissario, n.d.r.) l’unico che ha titolo per esprimere un giudizio a questo punto è il Ministro dei Beni Culturali, lui deve decidere se il teatro deve rimare commissariato, se si possono ripristinare gli organi. Ovviamente deve sentire i Soci che devono essere tutti d’accordo».

Stando così le cose ci domandiamo: che senso ha un mandato da commissario della durata di 6 mesi, poi rinnovato o comunque rinnovabile, se la programmazione del teatro si basa un piano triennale? Cosa succederà ora che il finanziamento della Provincia è confermato a 200 mila euro e non 600 mila come scritto in una lettera dal commissario al Ministro per tranquillizzarlo?

Di sicuro, al momento, c’è che a novembre è prevista la messa in scena del Falstaff, un nuovo allestimento di cui a meno di due mesi dalla rappresentazione non risulta alcuna comunicazione, avviso pubblico o bando di gara per la realizzazione, come è evidente dal sito della Fondazione.
Perché?