Il documento è praticamente pronto. E’ stato predisposto nel corso del vertice di ieri tra i presidenti delle associazioni di volontariato che gestiscono le postazioni del 118. In queste ore  lo sta condividendo e firmando anche chi era assente al faccia a faccia, ma condivide la strada della fermezza. Il fronte è sempre più compatto e le voci fuori dal coro ormai sono la minoranza. Il documento sarà reso pubblico nelle prossime 48 ore. Trenta, al massimo quaranta giorni per avviare una discussione seria sulla riorganizzazione dell’intero sistema del 118 regionale. In caso contrario il 70% delle associazioni coinvolte abbandoneranno la gestione del sistema di emergenza. In questi mesi con le nostre inchieste abbiamo ribadito quanto sia indispensabile ripensare l’intero organigramma e le modalità di gestione della parte più essenziale e forse più trascurata della sanità pugliese. L’assessore Elena Gentile poco prima delle vacanze aveva convocato tutti i vertici delle Asl e i responsabili dei coordinamenti provinciali del 118. Il faccia a faccia, convocato d’urgenza, però, non ha ancora dato i frutti sperati. Ad eccezione di qualche provvedimento sanzionatorio nei confronti di singoli volontari- le vere vittime, insieme ai cittadini, di questa allegra gestione – non c’è stato quel cambiamento annunciato e tanto atteso dalle associazioni oneste. E allora si è passati al contrattacco. Tra le richieste – ma si tratta di informazioni tutte da confermare – ci sarebbe anche quella di accelerare l’approvazione della legge regionale ch regolamenta i servi secondari come il trasporto di infermi e malati. Attualmente un’autentica giungla. Dopo le tante “minacce” del passato adesso sembra proprio che i volontari abbiano deciso di mettere l’assessore regionale alla Sanità Elena Gentile e i direttori generali delle Asl pugliesi con le spalle al muro. Noi, ovviamente, vi terremo aggiornati, con la speranza di assistere a una profonda riforma del 118.