“A me interessa delle ambulanze aziendali, il fatto che quelle dei volontari non abbiano l’infermiere non mi riguarda”.

La presunta e, fosse vera,  sconcertante dichiarazione di Domenico Liberio, dell’ufficio di coordinamento del 118, getta nuove ombre sulla gestione del servizio. Dopo le nostre inchieste speravamo in controlli e in una riorganizzazione che, al contrario, non c’è stata.  A scatenare le ire del personale è stata la decisione – valida dal primo settembre – di trasformare le postazioni “Victor” (senza infermiere)  in “India” (con infermiere). Stabilendo, tra l’altro, l’azzeramento degli straordinari e l’impossibilità di fare i doppi turni.

Pare che in alcune postazioni l’anarchia continui. A prima vista si tratterebbe di un miglioramento, se non fossero stati adottati ancora una volta due pesi e due misure.  Secondo quanto ci risulta la nuova circolare non sarebbe stata applicata alla postazione del’ex Cto. Esistono ragioni particolari? La trasformazione delle ambulanze ha finito col penalizzare alcune postazioni “Mike” (con medico a bordo). Per legge, su una medicalizzata devono esserci autista, soccorritore, medico e infermiere. Non succede, per esempio, alla postazione di Grumo – senza infermieri – e a Gioia del Colle, dove non ci sono infermieri a sufficienza. A Gravina (postazione Asl), invece, gli infermieri sono addirittura 6, uno in più rispetto a quanto previsto dall’organico. Infermieri in eccesso  – seppure per alcuni periodi – anche ad Altamura, Noci, Putignano, Santeramo, Alberobello e Locorotondo.

Perché non impiegare gli infermieri nelle postazioni scoperte? Perché costringere i medici a lavorare in affanno e a denunciare costantemente alle forze dell’ordine la mancanza dell’infermiere a bordo? Il caso più eclatante è quello della postazione medicalizzata di Gioia del Colle. Il 15 luglio – poco meno di due mesi dalla nuova disposizione –  con cinque fax sono stati rimossi tutti e cinque gli infermieri, dirottati altrove fino a data da destinarsi e senza alcuna apparente motivazione (Oggi un paio sono tornati al lavoro, ma non bastano a coprire i turni). Perché non si è aspettato come per tutti il primo settembre? Secondo alcune indiscrezioni – tutte da confermare – si sarebbe trattato di una punizione nei confronti dei medici, accusati di alcune gravi negligenze.

Ciò che continuiamo a non capire sono le ragioni che hanno portato alla contestuale punizione degli infermieri, mandati in ferie forzate o ad alcune decine di chilometri dalla postazione in cui erano stati inizialmente assegnati e comunque oltre i 30 chilometri previsti dalla legge che regola la materia.

Su Facebook, intanto, è scoppiata la bagarre e il malcontento è diffuso. Peccato che proprio qualche giorno fa il coordinatore barese del 118, il dottor Marco De Giosa, ha deciso di fare a meno del social network. Probabilmente avrebbe tratto buone indicazioni su ciò che realmente c’è da fare per riorganizzare un servizio a parte sospendere qualche soccorritore non in possesso degli attestati regolamentari. La nostra inchiesta continua e nei prossimi giorni torneremo a smascherare i truffatori e chi di questi ultimi si rende complice.