Tra polemiche e denunce, è ufficialmente chiuso il bando di concorso per gli 11 posti nell’organico di Amgas, la società partecipata responsabile della fornitura di gas metano. Un concorso accompagnato fin dall’inizio da mugugni provenienti da ogni parte politica locale. Il bando era stato diramato infatti all’inizio dell’agosto di quest’anno, e nella sua prima incarnazione consentiva di presentare domanda solo dal 5 al 20 agosto. Un arco di tempo che fin dall’inizio aveva suscitato polemiche, tanto per la sua brevità quanto per la vicinanza con il periodo di Ferragosto, circostanza che rendeva ulteriormente difficile un ampio livello di partecipazione.

Dopo numerose denunce da parte dell’opinione pubblica e di consiglieri comunali di varia estrazione politica, il bando ha avuto alcune proroghe che hanno consentito di presentare la domanda fino al 16 settembre. Allo stato attuale, dunque, ad aver fatto richiesta risultano in 4.481 per soli 11 posti in differenti aree, tra cui marketing, gestione del personale e recupero crediti. Di questi, in 40 supereranno una pre-selezione tramite quiz e test psicoattitudinali, eseguiti da una società specializzata incaricata dall’Amgas per l’occasione. Fra questi ultimi 40 sarà la stessa Amgas a scegliere gli 11 richiesti, tramite colloqui individuali più mirati.

Proprio l’iter di valutazione è stato, e in parte è tuttora, oggetto di altre polemiche e sospetti da parte di alcuni esponenti politici locali come Posca, Paolini, Tomasicchio e Attanasio. Secondo una denuncia politicamente trasversale, infatti, l’azienda attribuirebbe ai colloqui psicoattitudinali un’importanza giudicata sproporzionata, con un conseguente forte ridimensionamento del valore di titoli e quiz culturali. Dal canto suo, l’Amgas difende le proprie scelte per voce dello stesso presidente Mariani, che ribadisce come l’azienda per sua natura non fosse obbligata ad assumere tramite concorso, e che aggiunge: «Dal momento che il colloquio è solo per la fase finale, avremo il diritto di scegliere sulla base delle capacità emerse al colloquio?».

Su questa posizione si era allineato nei giorni scorsi anche il consigliere comunale Pd Marco Emiliano, presidente di quella Prima Commissione che si occupa anche di società partecipate: «Ritengo giusto la discrezionalità di un punteggio maggiore in sede di colloquio, perché io potrei avere un venditore bravissimo, ma con meno titoli rispetto ad altri». Rimarrà solo da ascoltare, eventualmente, l’opinione di quei 4.470 su 4.481 che non riusciranno a ottenere il posto desiderato.