L’inchiesta de Il Quotidiano Italiano-Bari sulla mala gestione del 118 continua con sempre nuove e più gravi rivelazioni. Quella che riportiamo oggi è la denuncia di un soccorritore, a cui abbiamo garantito l’anonimato per il suo terrore di essere licenziato.

Secondo la nostra fonte, il presidente dell’associazione per cui lavora obbligherebbe lui e i suoi colleghi a restituire parte dello stipendio versato, dopo che viene incassato. Gli abusi non si limiterebbero a questo. Il volontario riporta episodi di appropriazione indebita da parte delle associazioni, come ad esempio il farsi pagare le uniformi che per legge devono essere fornite gratuitamente al personale soccorritore

Nel rispetto della scelta dei nostri informatori di rimanere anonimi, per la paura di essere licenziati e quindi perdere, in molti casi, l’unica fonte di reddito familiare, noi tuteliamo nel segreto le loro identità. Tuttavia questo non ci impedisce di contribuire a che venga fatta chiarezza sulla vicenda, rimanendo disponibili a fornire all’autorità giudiziaria, all’assessore Gentile, al coordinatore De Giosa, alla Guardia di Finanza tutti i documenti in nostro possesso in cui emergono i gravi reati esposti.