A seguito delle nostre inchieste sulla mala gestione del 118, l’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), Misericordiae e altri consorzi di tutela dei servizi volontari del 118 hanno preso una posizione ben definita in un comunicato che pubblichiamo integralmente nella galleria di questo articolo.

Le associazioni ritengono doveroso fornire la propria versione dei fatti sul discredito che le rivelazioni dei soccorritori e del dottor De Giosa hanno gettato loro addosso. Lo fanno respingendo ogni accusa e etichettandola come una vergognosa mistificazione della verità e, di fatto, scaricando eventuali responsabilità di un sistema malato (qualora ce ne fossero) sulle criticità delle Asl, sulla carenza dei medici, sulla “memoria corta” del coordinatore del servizio. Insomma, su chiunque fuorché le associazioni. addirittura, si legge nel comunicato:

“Oggi Tecnici e Politici scoprono magicamente che nel sistema dell’associazionismo, ancor più se legato alle convenzioni, possano esserci ALCUNE finte realtà associative artatamente costituite per gestire il “business”. E se ciò corrisponda al vero, continuiamo da giorni a chiederci: chi ha consentito loro di ottenere le necessarie iscrizioni ai pubblici registri? Chi ha consentito loro di ottenere le necessarie autorizzazioni sanitarie pur non avendone i requisiti? Chi ha omesso controlli su di esse?”.

Un passaggio che sembra voler dire: “Se qualche associazione si comporta male, la colpa non è sua, ma di chi ha permesso che si comportasse male”.

Nella lettera, le associazioni bollano come le accuse del dot. De Giosa, ora totalmente infondate, ora troppo generalizzate e offensive. Nessuna menzione però viene fatta sulle accuse, mosse da decine di  soccorritori di tutta la Regione, di appropriazioni indebite dei rimborsi e sfruttamento del lavoro nero, le registrazioni audio e video che mostrano atti e dichiarazioni di illegalità e noncuranza delle corrette procedure, i documenti prodotti a sostegno delle accuse mosse, come Il Quotidiano Italiano-Bari ha mostrato in diversi articoli.

Una lettera, questa, a metà tra il messaggio minatorio e la memoria difensiva, in cui le associazioni si pongono tra le fila dei “lesi” dal sistema politico e sanitario. Un messaggio che vede in conclusione:

“E’ quindi doveroso preannunciare che nei prossimi giorni è intenzione delle Associazioni formalizzare congiuntamente su tutto il territorio regionale, all’esito della verifica dei vincoli contrattuali, la volontà di recedere anticipatamente dagli obblighi convenzionali così da costringere Tecnici e Politici ad una piena assunzione di responsabilità e far si che possano finalmente preoccuparsi di garantire il Diritto al Lavoro per centinaia di ragazze e ragazzi.E’ altresì doveroso preannunciare, inoltre, che le Associazioni sospenderanno tutte le attività che vedono impiegate quotidianamente le proprie ambulanze per i trasferimenti secondari, per le consulenze diagnostiche, per le dimissioni ed i ricoveri programmati. Siamo certi che le ASL sapranno garantire dette attività con la stessa capillarità, con gli stessi standard qualitativi con la stessa CURA e DEDIZIONE verso il paziente e, soprattutto, siamo certi che almeno loro riusciranno a farlo senza costi per l’utenza, attuando una sorta di “Volontariato Istituzionale”. Forse solo in tal modo la Politica potrà capire quanto sia importante in termini di ricaduta sociale l’operato delle Associazioni svolto anche grazie al reinvestimento di capitali pur minimamente correlati alle convenzioni”.