Eleftherià in greco significa “libertà”; da diciassette anni Beppino Englaro porta avanti una battaglia in nome di sua figlia Eluana  per la libertà di scelta, nel tentativo di affermare il diritto dell’individuo a poter disporre del  corpo e della salute in base alla propria volontà. Il diritto a lasciare questo mondo per via di una condizione irreversibile di stato vegetativo, che priva di senso e di dignità l’esistenza. Tutto ciò per affermare il pluralismo di uno Stato laico, nel quale sia accettata la differenza di pensiero tra un individuo e l’altro, avendo sempre come faro la legalità e l’amore di una padre per la propria figlia.

Quella di Beppino Englaro è stata una posizione che ha fatto molto discutere l’Italia intera, inducendola ad interrogarsi su quale dovrebbe essere la strada più “giusta” da percorrere in casi come quello di Eluana, la vita ad ogni costo o la libertà incondizionata, fino alla scelta più estrema della propria morte. Una posizione che ha fatto scontrare le concezioni di uno Stato etico con quelle di uno Stato di diritto e che dopo nove sentenze e un decreto è riuscita a far rispettare la volontà di Eluana, il 9 febbraio del 2009.