Niente, questa “Sonnambula” non ci fa dormire la notte. Più ci giriamo e rigiriamo sulla rete e più ci accorgiamo che questo “nuovo allestimento”, come lo chiama la Fondazione Petruzzelli, poi tanto nuovo non è. Dopo aver portato alla luce che parte degli abiti di scena de “La Sonnambula” che verrà portata sul palco del Petruzzelli a settembre, per cui è stata indetta una gara d’appalto, sono gli stessi usati nel 2010 nel teatro della città di San Gallo, in Svizzera, adesso viene fuori che anche la scenografia sarà la medesima. E la Fondazione ancora tace.

Siamo riusciti ad ottenere i progetti esecutivi delle scene dell’allestimento del Petruzzelli, previsto per il prossimo settembre. Su queste carte, oltre a essere riprodotti i bozzetti delle strutture di scena per come dovranno essere realizzate, è riportato come riferimento il fermo-immagine di un video de “La sonnambula” andata in scena nell’ottobre del 2010 in Svizzera. Il video è pubblicato su Youtube e facilmente consultabile da chiunque. A questo punto ci chiediamo come sia possibile che la Fondazione non si sia ancora accorta di questa identità tra i due spettacoli e continui a chiamare il proprio: “Nuovo allestimento”?

Andando a verificare, sul sito del teatro St. Gallen troviamo che il costumista e scenografo di quell’allestimento fu Cristian Taraborrelli, lo stesso costumista e scenografo dell’allestimento del prossimo settembre al Petruzzelli e già avevamo fatto notare come anche il regista fosse il medesimo: Giorgio, Barberio Corsetti. La conferma arriva dal sito alessiaposcia.it, dell’assistente di Taraborrelli ai tempi della sonnambula svizzera, che mostra le raffigurazioni delle scene di quell’allestimento, identiche a come progettate per la produzione del prossimo settembre al Petruzzelli.

A questo punto, alla luce di questo e di tutto quanto vi abbiamo mostrato fino a ora, non è più il momento di tacere. Tanto questa sonnambula, con tutto questo rumore, s’è svegliata. Adesso è il momento di fare chiarezza su tutti questi lati in ombra dell’operato della Fondazione e chiediamo l’intervento del Commissario Straordinario Carlo Fuortes perché si pulisca il nome del Petruzzelli.

Non è possibile che un simbolo della città di Bari, caro ai baresi quanto la Peroni e San Nicola, venga messo in cattiva luce da un operato così ambiguo. Tanto valeva, a questo punto, non restaurarlo dopo l’incendio. Le fiamme si sono spente da anni, ma la puzza di bruciato si sente ancora.

Dobbiamo veramente pensare che questa dicitura di “nuovo allestimento” sia una trovata in malafede della Fondazione per accedere al Fondo Unico per lo Spettacolo? Dobbiamo veramente credere che la Fondazione, furbescamente, dichiari come nuovo un allestimento che è stato già portato in scena all’estero? Dichiari quindi di dover sostenere spese per la realizzazione di scene e costumi che in realtà sono già stati realizzati e che faccia passare per propria e nuova una produzione già esistente per salire nella graduatoria di accesso al fondo unico del Mibac? Non sarebbe stato meglio, a questo punto, noleggiare sia le scene che i costumi, risparmiando così un bel po’ di soldi e di “faccia”? Preghiamo la Fondazione di smentirci.