Alla fine siamo rimasti in pochi a ricercare la verità. Quella che avete appena letto è la trascrizione di una conversazione tra il direttore de Il Quotidiano Italiano e un precario della Asl, palesemente spaventato dalla possibilità di denunciare  le anomalie del sistema sanitario pugliese. Questo è solo un esempio delle nostre conversazioni faccia a faccia o telefoniche, ma anche mail o sms, in cui le stesse persone vessate dall’ingiustizia, volontari e dipendenti Asl che in confidenza chiedevano un aiuto e un nostro interessamento, adesso si tirano indietro, lasciandoci soli con un candelotto di dinamite acceso in mano. E la miccia va esaurendosi.

Ora che siamo pronti a dar loro voce, sempre tutelandoli nell’anonimato, come sempre abbiamo fatto in ogni nostra inchiesta, ora che: “Siamo qui, ecco il vostro canale verso l’opinione pubblica”, i volontari e i dipendenti sono terrorizzati e ci confessano di non essere pronti a fare denunce, anche perché, dopo il nostro articolo sui “falsi volontari”, non è ancora successo niente. Così come non è successo niente dopo le rivelazioni del “Corvo del 118”, dopo le intercettazioni del presidente dell’associazione di volontariato, e di tante altre inchieste che hanno portato alla luce realtà imbarazzanti e umilianti per chi vive e lavora nel sistema del 118, oltre che per qualsiasi cittadino onesto.

Perdonateci l’ingenuità ma, premesso che in diversi casi, le nostre inchieste hanno portato all’apertura di fascicoli d’indagine da parte delle istituzioni, come può succedere qualcosa se, di fatto, lo stato delle cose è favorito dal silenzio di chi è primariamente interessato che la situazione cambi? Nella dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America c’è scritto che chi ha il potere di migliorare  la società in cui vive ha anche il dovere morale di farlo. Se chi ha il potere di cambiare le cose non si adopera, anche in forma anonima, per sanare la realtà in cui viviamo, se non ci raccontate ciò che non va, come potremmo sollevare il problema? Allora sì che non cambierà mai niente.

Lamentarsi a denti stretti non basta, non più e il Quotidiano Italiano si è sempre adoperato per dar visibilità ai problemi della realtà in cui opera, restando costantemente a disposizione di chiunque abbia voglia di smascherare impostori o portare alla luce situazioni di disagio. Noi facciamo il nostro mestiere anche con la viva speranza, come in casi come questo, di aiutare tanta gente a far meglio il suo. Speriamo di poter essere perdonati se crediamo che fare bene il proprio lavoro significa farlo con serenità e soddisfazione e non chinando la testa per la paura.

 

28 giugno 2013

Pasquale Amoruso