Per la bonifica definitiva sono necessari lavori da circa 15 milioni di euro e 32 mesi di cantiere. Bisognerebbe demolire gli attuali capannoni contaminati e confinare le macerie nell’area più a nord con la realizzazione di “montagnole” a copertura. E tutte le operazioni dovranno essere realizzate in strutture costruite ad hoc e messi in depressione, privati cioè dell’aria.

Come tutti sanno, la Fibronit, denominata “fabbrica della morte”, ha provocato il decesso di centinaia di baresi, a causa dell’inalazione di fibre di amianto. Dopo una serie infinita di ordinanze, si arrivò alla scelta ad parte dell’amministrazione comunale, della via dell’edificazione, attraverso il programma di riqualificazione che va sotto il nome di Prusst.

Progetto che fu fortemente osteggiato dai movimenti ambientalisti: rimuovere l’amianto, per poter edificare, fu considerata una procedura superata e pericolosa rispetto a quella più sicura del sotterramento dei rifiuti di amianto.

Ad oggi queste le parole dell’assessore comunale dell’Ambiente: «Il nostro sogno resta il parco che deve prendere il posto di un luogo di morte . Abbiamo già il progetto, a un buono stadio di avanzamento».

Carmen De Benedictis