In seguito al fallimento della società di riferimento del complesso, prima Barialto poi Irese, sono stati messi all’asta a fine 2011 terreni per 26 milioni di euro. In realtà, stando alla perizia della curatela ad opera dell’ingegnere Matteo Quagliarello, il valore di quell’area avrebbe raggiunto i 48 milioni. Ecco spiegato perché i curatori Arcangelo Balducci, Gianvito Giannelli e Antonio La Battaglia sporsero reclamo nel novembre 2011 chiedendo la revoca dell’ordinanza di autorizzazione alla vendita del giudice di esecuzione.

Almeno su parte di quei terreni era possibile cementificare per qualcosa come 200mila m3. Peccato che la lottizzazione dell’area sia scaduta cinque anni fa e che con il Comune di Casamassima sia aperto un contenzioso. Il motivo? Ce lo spiega il sindaco Domenico Birardi:

‹‹Solitamente una lottizzazione dovrebbe durare 10 anni dopo di che scadono. Quella relativa alla nostra convenzione è stata prorogata di anno in anno e siamo arrivati a 45 anni ma il lottizzante non ha dato al Comune quanto previsto in convenzione. Nel momento in cui non si è definita la convenzione, il Comune non ha potuto acquisire le aree e fare le infrastrutture primarie che servono proprio al completamento della lottizzazione. Il problema qual è? Che i residenti di Barialto chiedono al Comune di acquisire le aree in modo tale da avere i servizi che giustamente loro pretendono in quanto cittadini di Casamassima, dall’altra parte però il Comune, per acquisire le aree si prende degli impegni a fare cose che doveva fare il lottizzante››.

Come uscire, dunque, da quest’impasse? ‹‹Stiamo cercando di aggredire le polizze fideiussorie, in un primo momento non capienti – ha rivelato Biradi – grazie all’azione del Comune, si è riusciti a fare entrare nel discorso di garanzia del credito le nuove compagnie che hanno acquisito quelle che erano fallite. La nostra strada è questa: aggredendo queste compagnie assicurative noi riusciremo ad ottenere un ristoro, l’oggetto della polizza fideiussoria. Con questi soldi potremo fare le opere di urbanizzazione primaria e quindi dare lustro a quel centro residenziale››.

Il sindaco di Casamassima rivela come il legale del Comune abbia già fatto notare che le suddette compagnie si siano già rese disponibili, in giudizio, perché ‹‹hanno riconosciuto la nostra linea››. Con i soldi che dovrebbero entrare nelle casse del Comune, circa un milione e mezzo di euro secondo il sindaco, dovrebbero essere completate le infrastrutture primarie.

Importante però che i residenti di Barialto si costituiscano in consorzio affinchè ‹‹nel momento in cui si andranno a disciplinare i rapporti››, vedasi anche alla voce guardiania e cura del verde, il Comune possa ‹‹parlare con un unico interlocutore›› che ‹‹possa valere per tutti››. In questo modo si potrà ‹‹stipulare quella convenzione che permetta loro di vivere sia con una guardiania che con i servizi che il Comune darà dopo aver ottenuto i finanziamenti››.

Insomma, s’intravedono le prime luci fuori dal tunnel per i residenti del complesso Barialto. Un crac da decine e decine di milioni di euro, stimati in un primo momento in 170 e successivamente in “soli” 141, di cui 44 destinati a creditori “privilegiati” e 97 ad altri 60 creditori in questo caso chirografari.

In realtà qualcuno si era fatto avanti e precisamente nel 2003. Si tratta della Invest, facente capo a Vito Fusillo, che prova a prendere per 75 milioni i terreni ancora edificabili. L’imprenditore versa anche una caparra di 24 milioni, salvo poi chiederla indietro sottoforma di 4 milioni in contanti e circa 20 in cambiali. Quest’uscita di scena della Invest sarebbe imputabile, da un lato al successivo abbassamento del “valore” di quei terreni a 44 milioni, dall’altro ad una serie di ragioni che ci spiega il sindaco Birardi:

‹‹Posso solo dirti che votai a favore, unico in Consiglio comunale, per quel progetto, chiedendo però delle garanzie. La convenienza economica della Invest qual’era? Siccome c’era la possibilità di costruire, si dicevano “mi prendo oneri e onori però mi dai la possibilità di costruire e io dalla realizzazione di nuove unità abitative faccio il mio business e quindi alla fine mi conviene”. L’amministrazione di allora votò contro e non se ne fece più nulla. La cosa strana è che nell’ultimo Consiglio comunale di De Tommaso del primo mandato viene portata in consiglio comunale una proposta simile a quella della Invest, da parte di una società nata pochi giorni prima con un capitale sociale di 10mila euro. A quella proposta vollero votare Si e passò. Io votai No. Alla fine dissi in Consiglio che si stava facendo una sciocchezza perché la società avrebbe dovuto  rivolgersi alle banche e, con la situazione di crisi bancaria già deflagrata nel mondo, sicuramente le garanzie per ottenere determinati soldi non avrebbero soddisfatto le banche. Dopo alcuni mesi e un accordo di transazione coi Degennaro per chiudere la questione vecchia, venne fuori che questa società se ne tirò fuori dicendo che le banche non gli avevano concesso i finanziamenti››.

Angelo Fischetti