“Quella di oggi costituisce una tappa molto rilevante ma certamente non il traguardo – affermano l’Avv. Giovanna de Leo e Francesco Tarantini, rispettivamente presidente del Circolo Legambiente di Terlizzi e di Legambiente Puglia  ̶  Ci sarà da lavorare, e ancora molto, affinché si arrivi ad una pronuncia giudiziaria che soddisfi le richieste di giustizia che da molti anni la collettività terlizzese esige. Una battaglia di cui Legambiente rivendica fermamente la paternità e che continuerà a portare avanti, nella consapevolezza di agire nell’interesse superiore della salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica dei cittadini terlizzesi”.

Proprio lo scorso 10 aprile lo stesso giudice Messina aveva accolto la costituzione di parte civile di Legambiente Puglia che riteneva lo stabilimento responsabile di reati ambientali commessi nel territorio di Terlizzi sino al giugno 2010, epoca di cessazione dell’attività produttiva.

Risale al 4 ottobre 2007 la denuncia alla Magistratura da parte del Circolo Legambiente di Terlizzi, che – in seguito alla campagna di monitoraggio condotta dall’ARPA Puglia – individuò criticità sotto l’aspetto ambientale, ritenendo responsabile il Laterificio Pugliese.

In particolare, dalla “Relazione tecnica sulla campagna di monitoraggio della qualità dell’aria, condotta con il laboratorio mobile”,redatta nell’ottobre 2004 dall’ARPA Puglia (a seguito di un monitoraggio eseguito a Terlizzi dal 14 agosto a 14 settembre 2004), si rilevava il superamento dei limiti previsti dalla legge di sostanze inquinanti, come le polveri sottili (PM 10) e l’ozono.

Legambiente richiamandosi ai dati Arpa, ha denunciato la persistenza di una grave situazione di rischio – difficilmente quantificabile e per questo ancora più grave – per tutta la popolazione della città di Terlizzi, la cui fonte risiederebbe proprio nello stabilimento “Laterificio Pugliese” e in tutta la zona artigianale di Terlizzi.

Comunicato stampa Legambiente Comitato Regionale Pugliese Onlus