Discriminato perché esiste una direttiva europea, la n°70 del 1999 recepita da una legge italiana ( il dlgs. 368/01 ndr) che stabilisce che dopo 36 mesi di servizio a tempo determinato bisogna stabilizzare i lavoratori, altrimenti si configura un abuso della reiterazione dei contratti a termine.“Quando mi rivolsi al sindacato per il ricorso – dichiara Masciopinto – lo feci senza crederci più di tanto, era il 2011 e puntualmente mi ritrovavo licenziato e disoccupato: quell’anno fu particolarmente negativo perché con i tagli alla Scuola della Gelmini molti come me rimasero in mezzo ad una strada; oggi che ho il contratto a tempo indeterminato fra le mani non riesco ancora a crederci … il precariato reiterato nel tempo distrugge, logora, l’ansia e la paura di restare senza lavoro è tremenda, ma adesso finalmente l’ansia è alle spalle, finalmente posso ( a 40 anni) programmare il mio futuro, un futuro che non è più a tempo determinato! Sono felice, anche se non posso dimenticare l’angoscia dei colleghi precari cui rimarrò sempre vicino, ma che invito a lottare come ho fatto io. Non mi sento un privilegiato o un fortunato, ho vissuto momenti difficili, ho subito ingiustizie per troppo tempo e adesso è arrivato finalmente il momento del riscatto.”“A questa stipula del contratto tra il sig. Masciopinto ed il MIUR ne seguiranno presto molte altre – sottolinea Rossano Sasso, segretario provinciale dell’UGL Scuola Bari – perché numerose sono le vittorie e le sentenze favorevoli ai precari ottenute dall’UGL; siamo orgogliosi del risultato odierno ma non possiamo gioire per il fatto che per ottenere il rispetto di una legge europea ed una italiana ci si debba per forza rivolgere ai giudici del lavoro a causa delle continue violazioni delle stesse”.“Per l’UGL la battaglia legale proseguirà fino a quando i diritti di tutti i precari con 36 mesi di servizio non verranno riconosciuti e – conclude Sasso – continua la nostra campagna di informazione al numero 3483660911 e di adesione ai ricorsi estesa fino al 30 aprile. In mancanza di certezze sui numeri delle prossime immissioni in ruolo per il personale docente e ATA, sempre che ce ne siano, per l’UGL l’unica via per la stabilizzazione rimane quella giudiziaria.

La Redazione