Oltre al danno anche la beffa. L’ACA chiede a gran voce l’intervento della Regione Puglia in quanto responsabile delle Leggi sulla tutela dei Diritti degli animali e della Corte dei Conti.

La Ripartizione Ambiente del Comune di Bari  “deve imparare” a rispettare le Leggi e il volontariato animalista della Città di Bari,  che da decenni, grazie alle inadempienze degli Enti locali, obbligati per legge (12/95 ) alla costruzione dei Canili, si sono occupati e lo fanno ancora a proprie spese,  dei cani e dei gatti randagi .

I cittadini baresi e le associazioni animaliste non possono restare indifferenti allo sperpero di danaro pubblico che il Comune di Bari sta elargendo ai canili privati, Mapia s.r l e Piccolo Zoo di Corato sin da l 1998 , pagando al giorno € 2,50 a cane pro die oltre iva e addirittura un canone di locazione per il Canile sanitario di € 2500,00 oltre IVA , gestito addirittura dalla MAPIA e non dal Comune (in proprio o attraverso le associazioni ) come per legge (12/95).

I Cittadini baresi e le associazioni animaliste devono pretendere rispetto e riconoscenza da parte del Comune di Bari in quanto per anni si sono sostituiti alle loro inadempienze a riguardo della realizzazione delle strutture comunali, accontentandosi di briciole (contributo di € 1,06 a cane al netto dell’IVA) , e subendo continue mortificazioni da chi, incapace a gestire un problema cosi’ serio sfrutta la sensibilità e l’amore , trattandoli a meno di metà prezzo, usando la “minaccia” di trasferimento dei suddetti nelle strutture private.

Ed è quello che ha subito la mia associazione nel momento in cui i cani da noi custoditi alla pensione del Vassallo, da cui aveva avuto lo sfratto, sono stati trasferiti al Canile Comunale di Bari, in via dei Fiordalisi, ancora cantierizzato, il 3 Marzo 2012, con grande gioia dell’ACA in quanto la sua realizzazione era stata vinta con un Ricorso al TAR Puglia nel 2002 , a tutt’oggi, grazie ai “capricci” di qualcuno che non ha rispettato i requisiti dei canili (Del. di G.R 6082/95) che impongono le superfici dei recinti dei rifugi completamente cementate affinchè siano lavabili e disinfettabili e diano sicurezza agli operatori addetti alle pulizie. Nulla è stato fatto per rimediare al grande disagio in cui vivono queste povere bestie da un anno laddove dovrebbe essere garantita loro la vivibilità in un luogo decantato dall’attuale Assessore all’ambiente “canile a 5 stelle “ ma che è diventato un vero lager in quanto la sabbia che attualmente copre i recinti , quando piove diventa fango e le cucce, sprovviste di copertura, sono completamente allagate per cui inagibili.

Questo, purtroppo, è diventato il Canile Comunale di Bari, capoluogo di Regione, che doveva essere il fiore all’occhiello della Regione Puglia e forse esempio di grande qualità per l’ Italia, considerate le grosse cifre lievitate negli anni nei Bilanci comunali grazie ai “voluti” ritardi per la sua realizzazione che a tutt’oggi è ancora in alto mare. Grazie.

Anna Dalfino

presidente associazioni pro cani abbandonati (Aca onlus)

Restiamo a disposizione di chiunque voglia replicare alla signora Dalfino in modo che si possa fare chiarezza una volta per tutte, rispetto alla gestione dei cani randagi baresi.