L’intervento dell’Unione Inquilini è stato immediato, ma anche l’associazione ha potuto ottenere solo una proroga del termine, entro il quale liberare gli immobili, di appena due settimane . A pagarne le spese sono naturalmente le famiglie che nell’arco di 14 giorni dovranno procurarsi una dimora alternativa.

I sindacati si sono quindi rivolti al Comune di Bari per richiedere un immediato intervento: provvedere ad una tavola rotonda per affrontare la drammatica situazione di queste 1200 famiglie. Da parte del Comune, però, le associazioni sindacali hanno riscontrato uno scarso interessamento al problema, in particolare da parte degli assessori al Welfare e al Bilancio, Elena Gentile e Giovanni Giannini, che per primi dovrebbero preoccuparsi di trovare una soluzione.

«La situazione a Bari è drammatica: purtroppo non c’è alcun paracadute per quelle famiglie che non possono più pagare l’affitto e devono lasciare le loro case. Abbiamo istituito un tavolo di concertazione al Comune ma purtroppo non vediamo abbastanza interesse» fa notare il rappresentante del Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, Nicola Zambetti.

Intanto, l’assessore all’Emergenza abitativa, Floriana Gallucci ha presentato un protocollo d’intesa da sottoscrivere con lo Iacp. Il progetto in questione implicherebbe un nuovo controllo di tutti i requisiti richiesti agli inquilini delle case popolari, assegnate dal Comune alle famiglie più indigenti.

In questo modo, il protocollo permetterebbe di valutare la possibilità di mettere a disposizione gli alloggi a favore di quei nuclei familiari che ne hanno più bisogno. Secondo le stime del progetto, si potrebbero liberare tra le 300 e 400 abitazioni che sarebbero quindi riassegnate. Intanto il Comune esporrà entro fine gennaio la nuova graduatoria delle famiglie che hanno presentato domanda per ottenere una casa popolare.

«Ho sollecitato anche una maggiore collaborazione con l’assessorato al Welfare. Noi come assessorato non possiamo intervenire in aiuto delle famiglie che si trovano senza casa. Possiamo solo sensibilizzare i proprietari degli appartamenti per evitare sfratti esecutivi, ma molte volte anche le situazioni degli stessi proprietari non sono facili», spiega l’assessore Gallucci.

3 gennaio 2013

Margherita Micelli Ferrari