Sul cartello affisso alle porte dei bagni del dipartimento, utilizzato anche per le lezioni di Scienze della Comunicazione, si può leggere che “a far data dal 1 maggio l’università ha aggiudicato una gara d’appalto per il servizio di pulizie della durata di 5 mesi e 11 giorni, con un taglio del 45% degli orari di lavoro di tutti i lavoratori”. Questo provvedimento, quindi, “oltre a ridurre drasticamente gli stipendi delle maestranze provocherà un notevole problema igienico – sanitario”. Alla luce delle immagini il problema già esiste e non riguarda solo ed esclusivamente la pulizia dei bagni…

Interpellato in merito alla questione “pulizia all’Università” , l’avvocato Paolo Squeo, dirigente del Dipartimento Affari Generali ha evidenziato come ‹‹siamo in una fase di proroga›› che durerà ‹‹per il tempo strettamente necessario per dar corso ad una nuova gara come consentito dall’ordinamento vigente››.

Dal canto suo  Buccinà, intervistato telefonicamente ha dichiarato: ‹Quello che hanno scritto corrisponde realmente a quanto avvenuto però non è corretto che attacchino questi manifesti e comunque si deve cercare di fornire il servizio nei migliori modi possibili. Noi comunque faremo luce su chi l’ha scritto perché assolutamente non si devono permettere di fare questi comunicati››.

‹‹Nell’appalto precedente veniva richiesto un monte ore lavorativo chiaramente con un importo a base di gara – ha continuato il dirigente dell’ I.A.S.In quest’ultimo affidamento che l’università ha fatto, per mancanza, presumo, di affidamento di fondi, ha praticamente ridotto quell’importo di circa il 45% e di conseguenza noi, che siamo subentrati nella gestione d questo servizio, ci siamo dovuti adeguare a quella che è la nuova realtà››.

‹‹Quindi effettivamente il personale ha subito una riduzione del 45% – ha evidenziato Buccinà – Ad ogni modo i lavoratori sono posti in cassa integrazione e non perdono nulla a livello retributivo perché comunque le ore in cui non prestano servizio vengono pagate dall’Inps. È chiaro però che i servizi non possono più essere quelli di una volta ma qui serve sempre il buon senso di fare ciò che è indispensabile, cercando di farlo nel migliore dei modi››.

Certo è che l’allarme degrado è suonato e continua a suonare da tempo per tutta l’area universitaria, da Giurisprudenza all’Ateneo. Se i cartelli del dipartimento sito in via De Rossi (quasi ad angolo con Corso Italia) mettono in chiaro le cose, nulla preannuncia quanto si può vedere, ad esempio nei bagni al piano terra di Giurisprudenza, dalla mattina alla sera.

  

È vero, la struttura viene presa quotidianamente d’assalto da clochard e immigrati che si chiudono nei bagni per lavarsi, oltre che da vandali che di sera cercano di entrare per saccheggiare le aule. Dove sono i custodi? Lì, a fare il loro lavoro ma sono praticamente inermi. Uno di loro è stato recentemente aggredito ed è stato necessario ricorrere alla vigilanza armata per i corridoi, soprattutto del piano terra.

Si esce da Giurisprudenza, si va a destra ed ecco un altro spettacolo poco edificante. Basta percorrere piazza Cesare Battisti di pomeriggio, diciamo intorno alle 15, per assistere ad una realtà d’incuria che affonda le proprie radici anche nella maleducazione della gente(ma anche nell’assenza di un numero sufficiente di cassonetti):

 

27 novembre 2012

Angelo Fischetti