Occupati anch i licei scientifici “Scacchi” e “Salvemini” e l’istituto tecnico per geometri “Euclide”. Mentre pubblichiamo il comunicato che spiega le motivazioni dell’occupazione, la polizia è arrivata al liceo “Socrate”, all’interno del quale si sono letteralmente ‘barricati’ circa 500 studenti. La situazione, ci fanno sapere gli occupanti, è tranquilla. L’obiettivo  è raggiungere prima le 15 ore di occupazione, perchè la segnalazione giunga al Ministero, e poi le 36, per far passare la procedura alla Questura e poter portare avanti l’iniziativa nei prossimi giorni.

“Occupando la scuola vogliamo esplicitare il nostro malessere rispetto alla programmatica, violenta destrutturazione della Scuola pubblica, bersaglio privilegiato delle politiche di risparmio del Governo. Vogliamo dire no ai tagli a Scuola pubblica e Università pubblica da quasi 200 milioni previsti dalla Spending Review. Vogliamo dire no alla Proposta di Legge Aprea, che strozza gli spazi di democrazia delle scuole, sopprime la rappresentanza studentesca e sacrifica l’istruzione sull’altare del mercato, aprendo i Consigli d’Istituto a soggetti privati. Vogliamo che s’investa sulla Scuola pubblica e, in generale, sull’educazione e sulla cultura. Abbiamo bisogno di una politica scolastica che sia attenta alle istanze dal basso, tuteli i più deboli e pratichi la democrazia. Chiediamo un piano di finanziamenti per l’edilizia scolastica che intervenga una volta per tutte sull’inadeguatezza del 60% degli edifici scolastici italianirispetto alle norme di sicurezza: pretendiamo di sentirci tutelati nelle nostre strutture.

L’occupazione è un modo per sostanziare la nostra volontà di cambiamento con un progetto collettivo e partecipato di autogestione dei luoghi della formazione. Da domani mattina (oggi per chi legge, ndr) partiranno infatti attività autogestite all’interno della scuola: reinventeremo i nostri spazi, riempiendoli di contenuti nuovi attraverso modalità alternative. Le commissioni che organizzeremo saranno impostate come momenti di discussione democratica e di confronto rispetto a questioni di attualità politica o tematiche letterarie, artistiche e culturali, nonché come pratiche di autoformazione e di elaborazione di idee e proposte. Un modo per opporci con la nostra tenacia, con la creatività e la forza del pensiero alle logiche del mercato e della politica asservita, ed essere protagonisti e costruttori della realtà che viviamo e del nostro futuro”.

27 novembre 2012

La Redazione