A rilevare la vera natura dell’Interporto di Bari sarebbero stati i tecnici europei, giunti nel capoluogo per verificare lo stato dell’opera. L’infrastruttura, così, è finita al centro di un’inchiesta e lunedì 15 ottobre la commissione si riunirà per decidere se la Puglia dovrà restituire il finanziamento.

La struttura, nata dalla necessità di favorire il trasporto logistico intermodale nella zona industriale di Bari avrebbe dovuto soddisfare più del 20% del traffico italiano ma, attualmente, non sarebbe altro che un agglomerato di capannoni gestiti da società che spostano merce esclusivamente su camion.

Il traffico stimato è di 1.300 mezzi pesanti al giorno e di treni neanche l’ombra; il binario dell’interporto non arriva da nessuna parte: l’unico treno che si è visto in sei anni è stato portato da una gru, ha sfilato avanti e indietro un paio di volte (a favore di telecamera) e poi più niente. E Bruxelles adesso presenta il conto alla Regione.

«I nostri tecnici  –  racconta l’assessore regionale ai Trasporti, Guglielmo Minervini  –  hanno preparato già una serie di controdeduzioni: la speranza è di riuscire a ottenere una serie di prescrizioni alle quali i privati ci hanno già fatto sapere di essere pronti ad adeguarsi».

La Regione intanto fa sapere che Rfi ha autorizzato il raccordo e i lavori potrebbero partire: si chiede ancora tempo e ci si augura che Bruxelles decida di rimandare la decisione a lavori ultimati.

12 ottobre 2012

Erica Introna