Sono per lo più albanesi (34%),  marocchini (12,4 %) e cinesi(6,7%) gli stranieri che popolano la Puglia. Arrivano nella nostra terra in cerca di un futuro migliore ma secondo Angela Martiradonna, responsabile della sezione pugliese del Dossier Statistico sull’immigrazione di Caritas e Migrantes, un disinteresse generale tra i media e le istituzioni regna sovrano:

«L’interesse della politica e le riflessioni a sostegno dell’agire si sono arenate e, in molti spazi reali e virtuali delle istituzioni, il termine immigrazione non viene nemmeno più riportato, scritto e pronunciato. Nonostante ci sia una ripresa degli sbarchi e un aumento delle richieste d’asilo – ha continuato – a livello istituzionale c’è sempre più silenzio. Sull’home page della Regione Puglia è sparito il link alla sezione “Relazioni internazionali”, così come su Puglia Sociale è sempre più difficile trovare sezioni relative all’immigrazione».

Secondo quanto si apprende dai dati, Bari è la città pugliese a ospitare più stranieri residenti: 32.224. Seguono Foggia (11.225), Lecce (10.686), Brindisi (5.409) e chiude Taranto (5.350). Un mercato del lavoro, quello delineato da Caritas e Migrantes, che richiede immigrati (tra i 30 e 40 anni) ma che poi non offre loro un’adeguata integrazione e la tutela dei diritti. Per questo molto spesso gli extracomunitari giunti in Italia preferiscono aprirsi aziende in proprio: solo in Puglia, infatti, i titolari di aziende straniere sono 3.466.

Un altro dato da prendere in considerazione è il calo della presenza femminile nella nostra regione. Questo accade sempre perché le donne fanno fatica a trovare un lavoro come lavoratrici dipendenti.

È infine allarmante la situazione dei centri che offrono accoglienza agli immigrati: si tratta di strutture che detengono molta più gente di quanta in realtà potrebbero ospitarne. Si pensi ad esempio al Cara di Bari, che ospita 1.169 richiedenti asilo quando in realtà potrebbe offrire accoglienza a soli 700.

31 ottobre 2012

Antonietta Basile