Intervistato in merito alla situazione nella quale versa la traballante economia italiana, il docente non ha risparmiato duri attacchi all’attuale Esecutivo del Paese.

Professore, proprio ieri Mario Monti, attraverso un’intervista al Washington Post, si è dichiarato “preoccupato che i nostri sforzi vengano vanificati”. Lei è dello stesso parere?

‹‹ Io mi auguro caldamente che siano vanificate le misure prese da questo Governo perché sono tutte misure sbagliate, tecnicamente, politicamente, socialmente e dal punto di vista macroeconomico. Mi auguro caldamente che la maggioranza che subentrerà a quella attuale possa fare il contrario di quello che sta facendo Monti››.

Perché?

‹‹Bisogna leggere la storia: durante la depressione degli anni ’30 i singoli Paesi attuarono le misure che oggi sta facendo il governo, aggravando la situazione. In particolare il governo americano ridusse il deficit, pensando di attuare una politica di rigore, ma creò un aggravamento della recessione facendola diventare depressione. Che differenza c’è fra le due? La differenza è che mentre la recessione è un momento congiunturale dell’economia, un ciclo breve di 1-2 anni, la depressione è una situazione strutturale sottodimensionale nell’utilizzo delle risorse: è un periodo più prolungato nel quale chi è disoccupato non rientra più a lavorare. Un disoccupato 50enne, cacciato da un’impresa oggi, “domani potrà essere…” no? Tutti dicono così, perché nel lungo termine… Diceva John Maynard Keynes a questi sciagurati: “Nel lungo termine saremo tutti morti”. Il lungo termine non esiste››.

Diffidare dai liberisti più integralisti?

‹‹Monti stesso lo è perché fu proprio lui a dirlo “Sappiamo benissimo di aver fatto una manovra recessiva ma era inevitabile aggiustare i conti pubblici e non potevamo fare diversamente perché nel lungo periodo, più in là, ci riprenderemo”. Sono state aggiunte inoltre frasi del tipo “vediamo la luce fuori dal tunnel” oppure “la ripresa è dentro di noi”, che è una cosa prodigiosa, degna della comicità dell’assurdo››.

Inutile chiederle, dunque, come giudica l’operato del governo Monti…

‹‹ L’unica vera differenza fra Monti e Berlusconi è che l’attuale governo ha la capacità, la conoscenza tecnica. Se poi ci riflettiamo, è tutto una sciocchezza perché non ci sono governi tecnici, ci sono governi politici che possono prevedere nella loro compagine dei tecnici››.

Testimonianza ne sia Passera che ha strizzato pesantemente l’occhio all’Udc di Casini.

‹‹L’attuale governo, ad ogni modo, è composto di gente che sa dove mettere le mani: tenga presente che l’attuale ministro dell’Economia, Grilli, era direttore del dipartimento economico del Governo Berlusconi. È un esecutivo quindi fatto di gente che sa dove mettere le mani e che sta facendo quello che Berlusconi non è riuscito a fare per incapacità del suo governo, costituito di gente che non conosceva la materia. Il governo Berlusconi era interessato ad altre cose: il grosso dell’attività parlamentare si è concentrata sulle norme che interessavano il premier››.

Misure del governo Monti: mi aiuti a ricordare…

‹‹La prima cosa che ha fatto è la cosiddetta riforma delle pensioni cioè sostanzialmente ha allungato i tempi mentre Hollande in Francia li ha abbreviati. Bisogna fare il contrario per dare spazio alle nuove generazioni. Il sistema pensionistico è allo sfascio perché sta garantendo a quelli come me che andranno in pensione fra poco una drastica riduzione del reddito, stiamo parlando del 40%-50%, per una serie di ragioni legate a vecchie riforme. Questo vuol dire allargare la presenza delle assicurazioni private perché se io mi aspetto di avere la metà del reddito che ho oggi io mi faccio una pensione integrativa perché non è che posso ridurre così drasticamente il mio tenore di vita. Questo non va bene perché si tratta di sostituire il pubblico con il privato››.

Tassisti e farmacisti, poi, sembrava fossero diventati il cancro della società italiana.

‹‹ Beh, quella è una presa in giro. Spacciare quelle cose lì per interventi per lo sviluppo è tecnicamente sbagliato ed è offensivo della pubblica ragionevolezza››.

Problema ‘debito pubblico’: come affrontarlo?

‹‹La causa del deficit e poi del debito è l’evasione fiscale, 120 miliardi di euro evasi all’anno dove l’imponibile è ben maggiore (si parla di 200 miliardi). Perché non si risolve seriamente? Questo governo qualcosa, più di facciata che di sostanza, l’ha fatta ma negli anni alcuni governi hanno stretto un patto non tanto segreto con alcuni ceti sociali, l’esistenza dei quali veniva permessa grazie a concessioni sui prelievi fiscali. Non ci dimentichiamo che Berlusconi definì la possibilità di evadere “un diritto”››.

Vendere il patrimonio pubblico sarebbe la giusta via per abbattere il debito?

‹‹ È una sciocchezza tecnicamente sbagliata: significa svendere il patrimonio a meno che noi non vogliamo darlo a dei privati ma i cittadini si dovrebbero incazzare, perché si favoriscono dei privati a danno dei cittadini. Dal punto di vista della collettività, è uno sbaglio ma lo è anche dal punto di vista economico perché si svenderebbe il patrimonio in un periodo di recessione››.

Patrimoniale?

‹‹Questa è una cosa seria: perché non far pagare a coloro che non pagano. La patrimoniale è un argomento del quale tutti hanno paura di parlare. La ricchezza d’Italia è molto elevata rispetto al reddito. Perché? Tutti gli evasori hanno immobilizzato in case i loro ‘risparmi’. Questo spostamento, verso la ricchezza, del reddito lo trasforma in rendita. Un meccanismo che sta facendo impoverire il Paese, non solo via evasione fiscale, perché vengono sottratti allo Stato che è costretto a non migliorare i servizi, ma anche attraverso la sottrazione di risorse all’attività di produzione. Mettere una patrimoniale in questo contesto non è semplicemente un’azione da Robin Hood ma è tecnicamente giusto farla››.

La Corte Costituzionale tedesca  ha dato il via libera alla ratifica da parte della Germania dell’Esm (European Stability Mechanism), il nuovo fondo salva Stati europeo, conferendo però al parlamento il potere di veto riguardo qualsiasi ulteriore incremento delle dimensioni del meccanismo. Come giudica questo ‘via libera’?

‹‹Mi sembra una decisione di compromesso perché lì c’era una questione di principio: la costituzione tedesca prevede paletti rigidi per questo tipo di interventi governativi. Mette in mano alla politica la decisione. Il far passare tutto dalle mani di un Parlamento mi sembra un modo corretto di affrontare la questione. Cosa accadrà non lo so perché dipende dagli equilibri politici. Il problema si porrà nel lungo periodo anche perché il governo in Germania è “in scadenza”. Lì sarà la maggioranza tedesca a decidere: se verrà espresso un atteggiamento, come ahimè c’è stato nei periodi peggiori della storia, di egoismo…››.

 Per capire quello che accade nel nostro Paese bisogna tener conto, infatti, del contesto internazionale…

‹‹Senza esagerare troppo, eh. L’Italia fa parte del mondo, fa parte dell’Europa. Che significa? Significa che se noi facciamo una politica espansiva, questa finisce per essere contraddetta dall’andamento delle economie degli altri paesi. Questo si traduce in un deficit della bilancia commerciale per noi. Fesserie. Fesserie, perché noi possiamo comunque fare azioni interne, tanto più che quello che facciamo noi ha un peso perché siamo ad ogni modo una delle principali economie del mondo. Possiamo fare interventi autonomi››.

Dovremmo poterli fare, sempre nell’ambito dei vari patti di stabilità e accordi internazionali o comunitari.

‹‹Perché? Quel trabiccolo dei patti di stabilità va subito cancellato. C’è stata, questo è vero, un’informazione sbagliata: deficit = spread. Non c’è alcuna relazione. Lo spread aumenta perché è messa in discussione l’esistenza dell’Euro perché io, prestatore, do i soldi a te, Stato, ma se c’è la possibilità che fra un determinato tempo tu me li ridai in lire o dracme , ti faccio pagare un “rischio paese” più elevato. Dracma e Lira sono, infatti, monete meno forti dell’Euro. Non è una questione di deficit né tantomeno di  debito pubblico che era al 120% quando siamo entrati nell’Euro. L’intervento strutturale sul debito ci dev’essere, perché è un grave elemento che peggiora la situazione del Paese ma si sta commettendo un errore tecnico :confondere questo intervento, magari anche di carattere finanziario, con politiche di gestione della spesa pubblica, politiche macroeconomiche anticicliche. Se la situazione è di recessione, io non posso intervenire per risolvere un problema strutturale, perché questo ha bisogno dei tempi e degli strumenti adatti. Se io intervengo sul problema strutturale ‘debito’ con strumenti di tipo macroeconomico in fase di recessione, ho due effetti: peggioro la recessione e la faccio diventare depressione e non risolvo il problema del debito perché il rapporto debito/Pil aumenta, non si riduce. Come ha scritto Krugman, l’unico modo storicamente dato di abbattere il debito è facendo crescere l’economia, facendo politiche anticicliche. Monti doveva aumentare la spesa pubblica e ridurre le tasse, doveva esserci solo la riduzione dell’evasione fiscale sulla sua agenda. Facendo questo avrebbe risolto tutto. Doveva spostare le risorse dai patrimoni e dagli evasori (spesso le due cose coincidono…) ai lavoratori dipendenti e alla parziale riduzione del deficit››.

13 settembre 2012

Angelo Fischetti