A distanza di poco più di un mese, con la regione protagonista di un silenzio del tutto contraddittorio rispetto alle dichiarazioni rilasciate, i diretti interessati si mobilitano dopo aver vagliato le diverse possibilità d’azione e, soprattutto, dopo aver amaramente constatato di non essere tutelati dai loro rappresentanti politici.

L’aiuto giunge dal professore e avvocato Saverio Sticchi Damiani che analizzata la questione, fa notare come tanto la nota del Ministero del Lavoro quanto quella dell’Agenzia delle Entrate (i documenti da cui il cambio di orientamento fiscale) “costituiscono meri pareri, che non integrano esercizio di potestà impositiva e pertanto non vincolano la Regione Puglia ad inviare ai borsisti i CUD modificati secondo questo nuovo orientamento, soprattutto tenendo conto del fatto che proprio codesta Spett.le Amministrazione, per il tramite del comunicato stampa del 17.04.2012 ha manifestato il proprio disaccordo in relazione a tale interpretazione”.

Detto ciò, redige una istanza di disapplicazione indirizzata all’amministrazione regionale, che i ragazzi coinvolti andranno a sottoscrivere nell’arco di questa settimana cercando di coinvolgere il maggior numero di persone.
Già, perchè i borsisti potenzialmente interessati considerando gli ultimi 2 bandi supererebbero le 2 migliaia, ma c’è bisogno di sopperire alle difficoltà logistiche dovute alla distanza di chi sta completando fuori sede il proprio corso di studi, nonchè alla necessità di presentare una firma in calce per dare validità legale all’iniziativa.

Sono nati dei punti di raccolta firme nei centri numericamente più rappresentativi, in Italia (le province pugliesi, Milano, Roma, Pisa) e addirittura all’estero (Varsavia), in modo da poter raccogliere il più alto numero di adesioni e riparare alle deficienze comunicative dell’ufficio che gestisce l’erogazione delle borse di studio, colpevole di aver scelto come mezzo di diffusione della notizia uno sterile comunicato stampa, preferendolo ad una più diretta ed efficace comunicazione via e-mail.

La speranza riposta in quest’azione è che la Regione Puglia, messa alle corde da una richiesta ufficiale, mantenga fede a quelle che fino ad ora si sono rivelate esternazioni senza nessuna presa di posizione pratica: non può e non deve venir meno alla sua buona fetta di responsabilità pur in una situazione di cui è parzialmente vittima.

Lorenzo Colonna