Come si può rimanere inerti di fronte ad un Presidente del Consiglio che ‘candidamente’ dichiara: “…le imprese vedranno quanto potente sarà l’impatto di aver ora la libertà di procedere con licenziamenti individuali”? O davanti alle ultime ricette del FMI, che per l’Italia chiede di introdurre le gabbie salariali e, dopo averci dato una pacca sulla spalla per il buon lavoro svolto, intima: “la riforma del lavoro dovrà essere approvata dal parlamento” e che vanno incoraggiate “le privatizzazioni sia a livello centrale sia a livello dei governi locali” ?

Lo sciopero generale proclamato il prossimo 22 giugno dai sindacati conflittuali, gli unici rimasti a lottare per i diritti ed il salario ed anche per la dignità e l’autodeterminazione di questo Paese, è uno strumento a disposizione di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori italiani, che potranno così mandare a questo governo di banchieri, a queste forze politiche inette e a questi sindacati complici, un messaggio forte e chiaro, in difesa dell’art. 18, contro queste politiche economiche e sociali.

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20 giugno

Riceviamo e pubblichiamo da Federazione regionale USB Puglia