Un chiaro segno del potenziamento della rete dei servizi – dichiara l’assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini – si vede nell’andamento della mobilità passiva per la cura di patologie gravi come i tumori:

«La mobilità per questo tipo di patologie va riducendosi costantemente negli ultimi cinque anni, dal 2006 al 2010, passando da 13.266 a 12.177 ricoveri fuori regione. Una riduzione del 9% dei ricoveri di mobilità passiva per patologie neoplastiche, a fronte di una riduzione dei ricoveri complessivi fuori regione del 6%. Un altro dato molto interessante riguarda la mobilità passiva extraregionale per le prestazioni specialistiche di Pet Tac: nel 2006 i pugliesi che si recavano fuori regione per questo tipo di prestazioni diagnostiche, fondamentali per la cura delle patologie neoplastiche, erano 5.520 e le prestazioni erogate in Puglia erano appena 308; mentre nel 2010 si sono registrate 4.273 prestazioni per cittadini pugliesi in ospedali non pugliesi, a fronte di 10.266 prestazioni nelle strutture pugliesi. Un abbattimento della mobilità passiva del 23% dovuto all’implementazione di una rete di Pet tac pubbliche sul territorio pugliese, a partire dal 2007. Ricordo, infatti, che fino al 2006 la Puglia era sprovvista di Pet tac pubbliche, oggi invece la Puglia ne conta ben cinque, più un’altra che entro qualche mese sarà a disposizione della Asl Lecce, soddisfacendo il 70% della richiesta di prestazioni, a fronte del 5% nel 2006».

Tale analisi effettuata dalla Regione tiene conto anche delle cause che spingono i cittadini a cercare cure fuori dal proprio territorio:

«Ci sono territori in Puglia, ad esempio, che soffrono di carenze di alcune discipline specifiche che nel corso degli anni hanno condizionato l’andamento della mobilità passiva, costringendo i cittadini a cercare risposte adeguate sia all’interno della stessa regione, in altre province, che in strutture ospedaliere extraregionali», dichiara Attolini.

Spesso, infatti, le patologie sono così gravi da spingere i pazienti a rivolgersi altrove. Per lo stesso motivo, 10 ospedali della nostra regione arrivano a coprire oltre la metà della domanda di salute di tutto il territorio pugliese.

“C’è poi un’altra quota di mobilità che riguarda prestazioni di bassa complessità, ovvero prestazioni che potrebbero essere erogate nelle strutture pugliesi in condizioni di sicurezza, con livelli di qualità dei servizi adeguati e con tempi d’attesa per i ricoveri in linea con la media nazionale”, afferma ancora Attolini. Poiché, però, tale genere di mobilità produce un aumento dei costi del sistema sanitario senza modificarne la qualità, Ministero e assessorati regionali stanno lavorando per l’elaborazione del Nuovo Patto della Salute 2013-2015.

29 giugno 2012

Alessandra Morgese