“Siamo ovviamente estremamente soddisfatti per l’esito del ricorso – continua Verga – in quanto ritenevamo e riteniamo fuori luogo questa politica di tagli ed accorpamenti selvaggi che la 133 aveva imposto, con le logiche ripercussioni negative sul personale: dirigenti scolastici, direttori amministrativi e personale Docente e Ata. Senza dimenticare il disorientamento e i disagi per i genitori, a causa di un’offerta che non avrebbe affatto tenuto conto del principio fondamentale di territorialità: una violazione, in sostanza, del patto formativo tra scuola e famiglia”.

E ancora: “La visione ragionieristica dell’universo formativo ne esce sconfitta, a vantaggio di una scuola di qualità, che deve diventare riferimento per un nuovo percorso di crescita, sia a livello regionale che nazionale. In un momento come l’attuale, caratterizzato da una profonda crisi economica e sociale, usare la scure, sempre e comunque, non produce effetti positivi. Piuttosto bisogna investire nella scuola, come del resto dichiarato nei giorni scorsi dal Ministro Profumo, migliorandone l’offerta didattica e formativa, per far sì che le nuove generazioni possano affacciarsi in maniera competitiva sul mercato del lavoro e sulla scena sociale, favorendone l’impegno. E’ inutile nascondere la forte preoccupazione – conclude il Segretario Generale della UIL Scuola regionale –  per una  sentenza che, sicuramente, non trasmette serenità a quei lavoratori della scuola che a causa di una norma, dichiarata successivamente incostituzionale, si trovano nella condizione di dover perdere la propria sede di lavoro ed, in molti casi, ancor peggio, di risultare in esubero”.

(Comunicato stampa Uil Puglia)