Avendo lavorato per un lungo periodo nell’emittente dei miracoli e conoscendo personalmente molta della gente che rischia il posto di lavoro, la notizia mi ha lasciato sgomento. Non che i segnali dell’implosione non fossero già arrivati: parrucchieri e truccatori licenziati, fine dei contratti a scadenza, sostituzioni delle lampade alogene con quelle a risparmio energetico, meno telefonini e auto aziendali.

Niente di eccezionale di questi tempi, ma c’è ancora chi scende dalle nuvole. C’erano una volta Puglia e Rtg Puglia, Leggo, City, Puglia Channel. Ci sono, ma vivono un forte momento di difficoltà Barisera, Antennasud, Teleregione (una quindicina di persone non prendono lo stipendio da 7 mesi ma continuano a raccontare le
vertenze degli altri). A sentire i colleghi all’interno delle redazioni, anche importanti agli occhi del lettore-telespettatore – non se la passano certo meglio.

Il settore in generale sta implodendo per mille ragioni, anche perché finora si è campato con i soldi pubblici. La pubblicità latita e, a dire la verità, in alcuni casi mancano anche le idee e la voglia di tirare avanti mettendosi tutti la Croce sulle spalle. E’ più facile far pagare il prezzo altissimo di questa situazione ai lavoratori. In alcune realtà si preservano i posti assegnati a figli, nipoti e prestanome a danno delle persone qualunque, senza decisioni condivise e tenendo fuori i sindacati. Ora è arrivato il turno di Telenorba.

Speriamo che questa volta – ma dovrebbe essere sempre così – non si facciano subire ai dipendenti scelte ormai prese. Ho sentito un paio di colleghi particolarmente disperati. Tutti abbiamo una famiglia da mantenere, una casa da pagare e per questa ragione, anche chi ha il posto assicurato – o crede di
averlo – deve finalmente smetterla di girarsi dall’altra parte. Solo uniti si potrà ottenere un risultato, seppure minimo. Io, quando sono stato licenziato, avevo un contratto a tempo indeterminato…

4 maggio 2012

Antonio Loconte