Rimangono piegati così per circa cinque minuti gli attivisti del gruppo Amnesty di Bari. Le loro “malattie” vengono poi curate grazie all’arrivo dello speciale farmaco “Amnestyn”, una scatoletta rettangolare che recita: “principio attivo che sostiene e da energia ai diritti umani”.

Il flash mob si conclude proprio con i ragazzi che abbassano i fogli, scoprono il viso, finalmente salvi, e seguono lo striscione dell’organizzazione fino al banchetto in piazza Mercantile, dove la rappresentazione viene riproposta dopo pochi minuti. Purtroppo tra la tanta gente che cammina a quell’ora per entrambe le piazze, solo pochi si fermano davvero per cercare di capire cosa succede o per avvicinarsi a firmare la petizione allo stand.

“Ci aspettavamo più partecipazione, ma forse è la zona. Lo scorso flash mob contro la pena di morte, davanti alla chiesa di San Ferdinando, ha riscosso molto più successo. Siamo riusciti a fermare un sacco di gente e alla fine ci hanno anche applauditi”, dice Fabiola, una delle fondatrici del gruppo giovani di Bari 060, che si riunisce il sabato pomeriggio presso la chiesa di San Marcello  (qui la pagina Facebook: http://www.facebook.com/people/Amnesty-International-Gruppo-Giovani-Bari/).

Nelle prossime settimane, il banchetto giallo sarà presente alle giornate dell’arte del liceo scientifico “Fermi”, del classico “Socrate” e del polivalente di Japigia.

“Siamo molto contenti che le scuole ci contattino. Proprio lo scorso venerdì siamo stati alla giornata dell’arte dello Scacchi: c’era aria di festa e assieme a noi c’era anche il banchetto di Libera – afferma Angela, un’altra attivista – Tuttavia, quando abbiamo spiegato ai ragazzi l’obbiettivo della petizione che vuole, sulla scia dei fatti del G8 di Genova, istituire il reato di tortura nel codice penale italiano, ci siamo resi conto che loro ne sapevano poco e niente. Alcuni li giustifico, hanno 15 anni, ma è semplicemente disinformazione o indifferenza?”

E’ vero, infatti, che la scuola deve mantenersi a debita distanza dall’indottrinamento politico delle giovani menti, ma spesso questo grande “tabù” ha finito per ammutolire il dibattito anche su eventi che con i partiti c’entrano poco. C’è poco da stupirsi, poi, se iniziative come questa rimangano più nell’ombra di quanto dovrebbero.

Valeria Dammicco

28 maggio 2012

Foto di RANIERI MARCO