Rispetto alla privatizzazione chiesta dalla Corte dei Conti, Pugliese si conferma, inoltre, “favorevole al carattere pubblico dell’azienda”.

“Un processo di privatizzazione – prosegue Pugliese – sarebbe del resto incompatibile con l’esito del referendum. Lo stesso referendum – sottolinea però il Segretario Generale della UIL regionale – che ha imposto una gestione pubblica di AqP, a cominciare da un adeguamento delle tariffe con una riduzione, mai peraltro applicata, del 7 per cento relativo alla remunerazione del capitale investito. Gestione a sfondo pubblico che non derogherebbe il rispetto “rigoroso” della clausola sociale (art. 25 della legge regionale 3 agosto 2007, n. 25, successivamente sostituito dall’art. 30 della legge regionale 25 febbraio 20120, n. 4), così come caldeggiato dalla stessa Regione, lo scorso febbraio, con una perentoria circolare da noi condivisa a 360 gradi. Dettami rimasti solo lodevoli teorie, giacché sono tanti i lavoratori degli ambiti 7 e 8 ancora senza lavoro, in attesa, finora vana, di essere occupati dalle aziende vincitrici d’appalto”.

Per ciò che concerne gli incentivi a favore dell’amministratore unico nel contesto della mega transazione da 165 milioni con la Merril Lynch, Pugliese sottolinea come “al di là di episodio isolato che comunque rientra nell’espletamento dei compiti di gestione di un Amministratore Unico, in un periodo storico in cui il governo centrale cerca di scovare voci di risparmio per 4 miliardi nella spesa pubblica per evitare un aumento dell’Iva, in cui si fa tanto parlare di riduzione dei costi della politica, sarebbe il caso che ognuno, anche a livello locale, facesse la propria parte, includendo la costellazione delle aziende partecipate. Per questo sarebbe opportuno conoscere indennizzi e stipendi degli amministratori di tali aziende, AqP compresa, per condividere un piano di razionalizzazione delle spese e dei costi delle stesse”.

(Comunicato Ufficio Stampa Uil Puglia)