“Una flotta di sommergibili che procedono negli abissi”, così Vendola ha dipinto la Sanità del nostro Paese, un mondo sommerso che dovrebbe essere riportato in superficie affinché lo si possa controllare. “Un modello di governo della Sanità che è demenziale, per metà manageriale e per metà politico, un ibrido mostruoso”, ha continuato il governatore. Una visione certamente disincantata, ma che probabilmente non si allontana troppo dalla verità.

A proposito dell’indagine che cerca di fare chiarezza sul ruolo di Vendola nella nomina del dottor Paolo Sardelli, il leader di Sel ha commentato:

« Sono al centro dell’attenzione non perché vince un concorso un raccomandato o un somaro, ma perché vince il più bravo. È stravagante quello che mi accade».

Il governatore non dimentica di illustrare la propria opinione sulla questione riguardante AlbertoTedesco, ex assessore alla Sanità:

« L’ho accettato in giunta perché era una delle personalità di spicco della politica pugliese. Non era accompagnato da nessun tipo di ombra e quando la prima agenzia ha dato la notizia ipotizzando la possibilità che fosse indagato si è presentato un’ora dopo e ha dato le dimissioni».

Palese, invece, il ‘mea culpa’ di Vendola quando la situazione da chiarire diventa quella dei rapporti con Don Verzè per la costruzione del San Raffaele di Taranto:

«Mi sono pentito – ha affermato Vendola –  di aver avuto rapporti con lui, è stato un momento drammatico quello della comprensione di quanto fosse disastrata l’organizzazione della sanità in una delle città più assediate dalla malattia, come Taranto, una capitale dell’inquinamento industriale. L’idea mia di poter costruire un centro di grande eccellenza era il San Raffaele di Milano che prima di questo tsunami giudiziario, appariva come il numero uno».

Maria Bruno