Una scelta aziendale a dir poco miope, che non tiene conto dell’importanza della raccolta finanziaria operata quotidianamente attraverso la rete degli sportelli degli uffici postali, utile a finanziare “Cassa Depositi e Prestiti” e aumentare sia i ricavi che lo sviluppo di Poste Italiane… Un clamoroso dumping sociale.

La vicenda vista dall’interno, assume una dimensione ancora più grave, se si tiene conto, che solo qualche giorno fa il Management comunicava un esubero di personale, quantificato in diverse migliaia di unità.

I sindacati denunciano un sistema di relazioni Industriali all’interno della più grande azienda di servizi del nostro paese, che si sottrae ad ogni tipo di confronto serio e responsabile, soprattutto svincolato dall’autonomia contrattuale regionale.

Fermo è il richiamo del sindacato alle Pubbliche Istituzioni, alle Associazioni dei consumatori e ai Politici, affinchè venga salvaguardato il patrimonio di un’azienda ancora pubblica e dei servizi da essa erogati ai cittadini, al fine di scongiurare lo scempio dell’impoverimento e della frammentazione, in ossequio a una cultura liberista da tempo bocciata dalla storia. Poste Italiane resta patrimonio di tutta la collettività.

Bari , 26 aprile 2012

                                                       Segreterie Regionali

SLP CISL                 UIL POSTE                    CONFSAL COM                    UGL COM

       N. Oresta                 A. Di Benedetto            C. Montefusco                     C. Massari

 (Comunicato Uffico Stampa Uil)