L’ex direttore generale della Asl di Bari, infatti, venne licenziata il 22 settembre del 2009 appena scoppiò lo scandalo su Gianpi Tarantini e sugli appalti concessi alla sua industria di protesi. Un licenziamento ritenuto “ingiusto” e “illegittimo” dalla donna che ha portato la Regione dinanzi al Tribunale del Lavoro, chiedendo appunto un risarcimento di tre milioni di euro.

“Rancore”, è la parola chiave usata da Vendola durante la conferenza stampa di ieri in merito alla sua iscrizione nel registro degli indagati. La Cosentino, dichiara il leader di Sel, “asserisce che all’origine di questa mia veemente interferenza ci sarebbe la mia amicizia con il professor Paolo Sardelli, elemento, questo, che è stato già autorevolmente smentito nei mesi scorsi dal professor Sardelli, che ho conosciuto per essere una vera promessa della scienza medica”.

“Mi dichiaro assolutamente sereno, come sempre in passato. Perché ogni mia azione è stata sempre improntata a garantire la trasparenza”, ha continuato Vendola. Rancore o meno, per ora risulta l’iscrizione nel registro degli indagati. Se “l’interferenza” del governatore ci sia stata oppure no, il vero rancore, forse, lo provano solo gli altri partecipanti al concorso che ne sono usciti sconfitti.

Elena Defilippis