Un bando (con scadenza al 16 giugno, 16 luglio per i lavoratori emigrati e residenti da almeno due anni a Bari) che fa discutere, dato che per 300 posti si stima arriveranno più di 3000 domande. A queste bisognerà aggiungere quelle di coloro che facevano già parte dei vecchi elenchi, ma dovranno rinviare la domanda. Il sindaco Emiliano spiega che c’era la necessità di “aggiornare la mappa del bisogno abitativo della città”, è per questo che ci si aspetta molte più domande rispetto a quelle pervenute nel 2008.

I numeri, infatti, parlano chiaro: sono 583mila le domande per case popolari in tutta Italia, con uno scarto tra offerta e domanda che è aumentato notevolmente, quattro anni fa a presentare richiesta furono in 3310, a fronte di 3020 abitazioni a disposizione, e di questi 302 erano anziani, 67 giovani coppie e 690 invalidi. Ma il Sindaco non ci sta a ricevere scacco matto da una serie di numeri e così ammette che il Comune sta facendo di tutto per sopperire al problema, avendo già stanziato milioni di euro per la manutenzione degli alloggi popolari.

Peccato che diversi siano ancora gli esempi di famiglie in difficoltà che non riescono ad usufruire delle case popolari, come Salvatore De Salvo e Antonia Azzolini, coppia suicida a maggio 2011, e Gianni e Gianna Tempesta, entrambi disabili con una figlia di 11 anni, ritenuti senzatetto, solo per citarne alcuni.

«Era necessario aggiornare le graduatorie – aggiunge l’assessore Gallucci – perchè le condizioni delle famiglie possono essere cambiate. I prossimi lavorei in programma sono quelli di Japigia dove saranno costruite 312 case popolari nell’ambito della maglia 22».

Potranno comunque presentare domanda le famiglie residenti a Bari, chi non è titolare di diritti di proprietà su altre abitazioni, chi non ha mai ottenuto l’assegnazione di una casa popolare e che abbia un reddito non superiore ai 13mila euro. In più dovranno ripresentare domanda anche tutti coloro che erano stati già inseriti nella graduatoria definitiva del 2008, oltre a tutti coloro che vivano in un alloggio sulla base di assegnazione temporanea. In sostanza, i vecchi elenchi saranno azzerati.

«Comprendiamo che questo possa rappresentare un disagio – ha concluso il sindaco Emiliano – per chi in graduatoria c’è già, ma abbiamo il dovere di procedere ad una riapertura anche perché stanno maturando in concreto le condizioni per l’assegnazione degli alloggi con la costruzione di centinaia di case Iacp che saranno consegnate in pochi anni. In questo modo, potremo portare avanti quanto previsto dal piano casa, uno mezzo fondamentale per il fabbisogno alloggiativo della città».
Sentiremo ancora parlare di casi disperati, di chi dopo una vita di sacrifici non riesce ad avere un tetto sulla propria testa?

Mariangela Deliso