Precarietà, scarse tutele contrattuali, abolizione del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) del settore ferroviario, appalti senza regole, tagli delle risorse con conseguenti “trasferimenti di bandiera” e danni per l’economia del Paese, scorporo della Rete Ferroviaria Italiana dal gruppo FS, delocalizzazione delle imprese di autotrasporto, dumping salariale e sociale (ovvero l’adozione di politiche che tendono a diminuire vertiginosamente i salari, allungando gli orari di lavoro e l’intensità dell’incarico) sono i principali motivi che hanno dato origine alla mobilitazione odierna. Il trasporto ferroviario subirà, a livello nazionale, uno stop dalle 14 alle 18; quello urbano ed extraurbano, per quanto riguarda Bari, sarà sospeso dalle 8:30 alle 12:30.

Nella lettera che i sindacati hanno inviato al presidente del consiglio, Mario Monti, ai ministri del Lavoro e dei Trasporti e alla Commissione di Garanzia, si legge: “È  indispensabile una politica dei trasporti adeguata alle esigenze di sviluppo e soprattutto che siano corretti interventi sbagliati che aggravano i problemi per i cittadini, per la aziende e per i lavoratori”.

Secondo quanto si legge sul volantino, le proposte delle segreterie regionali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti sono: la creazione di un’“Authority indipendente dei trasporti”, priva di “funzioni totalitarie”; fusioni tra le molteplici aziende del Tpl, certezza delle risorse e ammortizzatori sociali; attuazione di investimenti e politiche di indirizzo e regolazione che favoriscano la “crescita dimensionale delle imprese e l’applicazione del CCNL di riferimento”; ripristino dei treni notturni; più ferrovie per le merci e maggiori regole e tutele lavorative nei processi di liberalizzazione.

Per quanto riguarda il trasporto marittimo si auspica la promozione dello sviluppo delle “autostrade del mare”, investendo sulla flotta marittima nazionale, non prima di aver regolamentato il sistema delle autorizzazioni nei porti, aver assicurato maggiore autonomia finanziaria alle autorità portuali e rimosso alcuni ostacoli legati al “macchinoso sistema burocratico dei controlli della merce”.

Alessandra Morgese