Il segretario regionale della Cgil, Gianni Forte, ha preso la parola in difesa dei posti di lavoro dei dipendenti di queste imprese, che, in caso di approvazione della modifica dell’art. 18, avrebbero via libera a licenziamenti per ragioni economiche.

“Quando la crisi colpisce, al Sud picchia più duro – osserva Forte – e da quando è scoppiata la crisi nel 2008, in Puglia abbiamo perso cinquantamila posti di lavoro che solo in parte abbiamo recuperato. In Puglia, abbiamo non meno di 10mila persone in mobilità o in deroga da dieci anni”, afferma il sindacalista.

Il dossier della ditta OM Carrelli Elevatori del gruppo tedesco Kion è uno dei più problematici: a luglio 2011 si era annunciato la chiusura dello stabilimento e il licenziamento di 320 persone, con possibile trasferimento ad Amburgo dell’impresa. La decisione aziendale di chiudere i battenti venne però rimandata: un possibile acquirente, Landi, aveva intenzione di investire, ma la grave crisi del Paese lo ha indotto a fare dietrofront.

Attualmente, la situazione della ditta continua ad essere incerta, ma non è di molto peggiore rispetto a quanto sta avvenendo in altri stabilimento pugliesi. Alla Franzoni Filati di Trani a rischiare il posto fisso sono 150 lavoratori, 250 a Miroglio di Ginosa, che spera nell’investimento di un imprenditore di Prato, ancora piuttosto incerto.

“Ma se per alcune aziende, le ristrutturazioni o le riconversioni sono legate alle crisi di mercato per altre, la chiusura è legata a scelte aziendali”, spiega Davide Pellegrino, il coordinatore della task force regionale che sta prendendo visione dei 50 dossier.

Dai documenti sottoposti alla supervisione della Regione, non ci sono solo note dolanti: alcune aziende tra cui la Magneti Marelli e Getrag hanno buone speranze di arrivare incolumi fino al 2013, anno in cui, secondo le previsioni, dovrebbe cominciare una, se pur lenta, ripresa.

Margherita Micelli Ferrari