“Non è arrivata alcuna richiesta dal Comune e comunque credo che tecnicamente non abbia titolo ad avere le carte del fascicolo” ha commentato Laudati. Il Comune rimane quindi in attesa degli atti che, a detta di Emiliano, servono per “poter avviare l’indagine amministrativa interna necessaria per l’accertamento delle eventuali illegittimità e per la consequenziale adozione degli atti opportuni”.

Il sindaco ha diffuso un messaggio su Facebook, dichiarando che la rappresentazione data dell’amministrazione e della sua persona lo fa soffrire, ma intende ripristinare il prima possibile la verità dei fatti. “Sto lavorando per difendere non solo me stesso, ma tutti coloro che hanno creduto in me”.

Il procuratore capo Laudati ha specificato che è stato presentato un appello contro il mancato riconoscimento da parte del gip del reato di associazione per delinquere, chiesto dai pm per le sette persone arrestate martedì scorso in seguito alle irregolarità nella costruzione dei parcheggi sotterranei di piazza Cesare Battisti e piazza Giulio Cesare. Laudati ha parlato di “fisiologica differenza di vedute fra la richiesta dei pm e il provvedimento del gip. L’indagine è stata estremamente scrupolosa e sia la richiesta che il provvedimento sono accurati, precisi e da rispettare, al di là delle differenze di valutazione”.

Il magistrato ha evitato commenti sugli aspetti politici dell’indagine complessiva di Bari, che vede 81 indagati per diversi reati: dalla truffa aggravata a numerosi falsi in atto pubblico, dalla frode in pubbliche forniture alla corruzione di pubblici ufficiali. Sono oltre 2.500 pagine che scottano, perché coinvolgono moltissimi esponenti politici come indagati oppure come semplici comparse nel corso delle indagini.

L’inchiesta ha nel mirino sei opere pubbliche: i due parcheggi interrati di piazza Giulio Cesare e piazza Cesare Battisti, il centro direzionale polifunzionale del san Paolo, il mercato di via Caldarola a Japigia, i giardini di via Matarrese a Poggiofranco. Sei appalti pubblici assegnati agli imprenditori Daniele e Gerardo Degennaro, proprietari della Dec. Secondo l’accusa la società avrebbe goduto della complicità e dei favori dell’amministrazione comunale nella costruzione delle opere pubbliche.

 

Rachele Vaccaro