Il progetto regionale per la bonifica è pronto e l’assessore all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, dovrà illustrarlo in una delle prossime riunioni di giunta. Elaborato da una commissione tecnica, il piano contenente il progetto per ricoprire i tetti di amianto dedica spazio anche alla questione del fondo di solidarietà. Uno degli obiettivi è quello di garantire, una tantum, un contributo di 10mila euro per i familiari delle vittime.

“L’amianto è una di quelle storie che dovrebbe educare la politica italiana, è la storia di una strage nascosta – ha dichiarato ieri Vendola durante la ‘trasferta’ campana – La classe dirigente non sa come si muore per asbestosi o per mesotelioma pleurico, non sa che oggi muoiono le mogli degli operai, le donne che lavavano le tute. E’ una delle grandi schifezze italiane”.

I rilevamenti, per quantificare l’amianto ancora presente nei tetti pugliesi, sono stati effettuati dal Cnr (Centro nazionale delle ricerche), insieme con l’Arma dei carabinieri. Il fibrocemento è concentrato soprattutto nelle zone industriali di Foggia, Barletta, Modugno, Bari, Brindisi e Taranto. Anche il Salento non è al sicuro, una parte dei 1.500 metri quadrati di amianto è situata anche lì, nei tetti di alcune abitazioni.

Le statistiche dimostrano che ad ammalarsi sono soprattutto i cittadini di Bari e Taranto, i primi a causa dell’ex Fibronit, i secondi, invece, a causa dell’Ilva. Proprio di quest’ultima si è discusso ieri al ministero dell’Ambiente dove è stato riaperto il riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale per l’Ilva. Si tratta di un piano per ridurre al minimo i rischi ambientali e sanitari delle attività siderurgiche dello stabilimento di Taranto, ma per portarlo a termine serviranno almeno quattro anni.

Maria Bruno